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13/11/2013 - Sierra Leone - Una nuova alleanza a Freetown: i Salesiani per i giovani detenuti
Foto dell'articolo -SIERRA LEONE – UNA NUOVA ALLEANZA A FREETOWN: I SALESIANI PER I GIOVANI DETENUTI
Fotografia disponibile in Image Bank

(ANS – Freetown) – La Comunità Salesiana di Freetown, in Sierra Leone, ha esteso ulteriormente il suo servizio a favore dei giovani svantaggiati e marginalizzati. In quest’occasione l’ha fatto grazie ad un progetto che ha luogo nella “Prigione Centrale” della città.

Dal 1° novembre 2013 è attivo dentro al carcere un nuovo Centro di Ascolto Giovanile. Per 4 ore al giorno, due assistenti sociali e tre assistenti pedagogici sono a disposizione per la consulenza, la riabilitazione e il reinserimento dei detenuti. Il progetto prevede anche l’ampliamento delle attività pastorali nel carcere – oltre alla celebrazione eucaristica settimanale e alla possibilità delle Confessioni, ogni venerdì è programmato un momento di preghiera nello stile di Taizé – e la costruzione di nuove strutture.

La cerimonia di avvio ufficiale del progetto ha avuto luogo l’8 novembre 2013; la comunità salesiana ha festeggiato l’avvio del progetto insieme agli internati, con una messa presieduta da don Ubaldino Andrade, sdb, Direttore della comunità.

Per raggiungere questi risultati sono stati necessari vari cicli di negoziati, che hanno poi portato alla firma di un più ampio “Memorandum d’Intenti” tra l’opera Don Bosco Fambul e la Direzione Carceraria della Sierra Leone. Entrambe le parti hanno mostrato grande interesse a realizzare in un piano strategico di medio-lungo periodo e di cooperazione, che prevede 5 punti nevralgici (alcuni dei quali già avviati):

  • Realizzare un Centro di Ascolto Giovanile per la consulenza e la riabilitazione degli internati e delle loro famiglie;
  • Fornire acqua potabile per 1.500 persone e costruire nuovi servizi igienici;
  • Potenziare le attività pastorali;
  • Far erigere una scuola e un centro di formazione;
  • Predisporre una biblioteca.

L’organizzazione pedagogica e amministrativa e la pianificazione di tutti i progetti edili spetta all’opera Don Bosco Fambul. I progetti e i piani di costruzione saranno programmati insieme e verranno concordati all’unanimità. Un’équipe di supervisione, composta da 3 membri di ciascun ente partner, accompagnerà e dirigerà la cooperazione. Il protocollo d’intesa è stato firmato nella sede di Don Bosco Fambul.

La prigione centrale, detta anche Prison Pademba, è stata pensata per accogliere 300 detenuti e attualmente ne ospita 1.712 (dati aggiornati all’8 novembre scorso). Le condizioni del carcere sono particolarmente dure. Più di una volta negli ultimi anni Don Bosco Fambul ha sottolineato che le condizioni di vita dei prigionieri non rispettano in alcun modo le norme internazionali.

Molti dei detenuti muoiono per il sovraffollamento, le pessime condizioni igieniche, le violenze e le malattie. Mancano letti, materassi e strutture sanitarie. La fornitura idrica è insufficiente. Molti edifici sono in condizioni così cattive che i tetti sono crollati. I problemi principali sono la mancanza di strutture sanitarie, di cure mediche e di cibo. Secondo le stime dei salesiani circa 350 minori sono imprigionati a causa di piccoli reati e a molti di loro è negata l’assistenza legale.

Pubblicato il 13/11/2013

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