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5/10/2011 - Costa d’Avorio - Buone notizie da Duékoué
Foto dell'articolo -COSTA D’AVORIO – BUONE NOTIZIE DA DUÉKOUÉ
Fotografia disponibile in Image Bank

(ANS – Duékoué) – Dopo mesi di estrema difficoltà per il sovraffollamento la missione salesiana “Santa Teresa di Gesù Bambino” sta finalmente uscendo dalla situazione di emergenza. Le condizioni di vita all’interno vanno migliorando ed è possibile far ripartire le attività tradizionali e programmare i lavori necessari.

L’Economo della Visitatoria Africa Occidentale Francofona, don Hernán Cordero, ha reso noto attraverso un comunicato che nella missione salesiana attualmente sono ospitate tra le 5.000 e le 6.000 persone. “Il nostro cortile è dunque abbastanza ‘libero’  rispetto al mese di aprile, quando c’erano oltre 30.000 rifugiati” riporta il dispaccio. Solo lunedì 26 settembre 1.550 persone si sono trasferite presso un altro campo più grande e più attrezzato.

Ma ciò non significa che la gente abbandoni la missione volentieri. Molte persone, soprattutto quelle giunte dai villaggi nelle foreste, sono traumatizzate degli avvenimenti e anche se escono durante la giornata tornano di notte per dormire. “occorrerà del tempo dunque – riporta il messaggio dell’Economo – e l’aspetto psicologico è da considerare”.

Le tensioni e i problemi di sicurezza, tuttavia, sono diminuiti notevolmente e per la prima volta il contingente delle Nazioni Unite in Costa d’Avorio (ONUCI) ha introdotto la nozione di “svuotare”, anziché solamente “ridurre” l’opera salesiana.

Il centro di formazione professionale (CPAR) ha ripreso a funzionare più o meno “normalmente”. Alcuni ragazzi che lo frequentavano non si trovano più e non si sa dove siano. Ma la scuola ha ripreso le attività, a settembre si sono chiusi i corsi e gli 11 studenti che si sono presentati all’esame ufficiale per ottenere il Certificato d’Idoneità Professionale (CAP) l’hanno superato con successo. Ora sono aperte le iscrizioni per l’anno nuovo, che inizierà a novembre.

Grazie agli aiuti ricevuti durante la fase più acuta della crisi la missione salesiana può ora programmare i lavori per il futuro. Una parte dei contributi sarà usata per ricostruire i locali della missione: bisognerà rifare i bagni, i canali e ripitturare la parrocchia; di primaria importanza sarà ripristinare gli impianti elettrici ed idrici, che non avevano retto all’enorme sforzo dei mesi scorsi (attualmente è l’ONUCI che fornisce l’acqua). L’ONUCI ha promesso aiuto anche per la riparazione del cortile, ma per tutte queste azioni bisogna aspettare che tutti i rifugiati siano partiti. Al CPAR bisognerà ridipingere i laboratori, mettere le grate e sostituire alcune porte. Una parte del mobilio è da rifare e alcune attrezzature vanno completate.

Se per alcune ONG, passata l’emergenza, il compito di curarsi dei rifugiati è concluso, i salesiani iniziano ora la parte più difficile: aiutarli a ricostruire la loro vita. Molti, avendo perso tutto, non possono assicurare l’educazione dei bambini e dei ragazzi, e per questo il CPAR e la scuola elementare stanno provvedendo ad elargire borse di studio, parziali o integrale, a seconda delle esigenze. Certe famiglie, soprattutto quelle formate da vedove con bambini, dovranno essere aiutate a crearsi una piccola attività di commercio o artigianato per generare un reddito: La comunità sta valutando quale sia la maniera migliore (microcredito, cooperative…) per concedere il prestito iniziale.

Anche l’aspetto umano non può essere tralasciato: si vanno già preparando attività di animazione, soprattutto a partire dalla parrocchia, per integrare i giovani ed i bambini, per restituire un valore al fatto di vivere insieme.  

Concludono il comunicato un ringraziamento e un’assicurazione: “Tutte queste azioni sono realizzate, o lo saranno, grazie al vostro aiuto. Teniamo a rassicurarvi che i fondi ricevuti saranno adoperati secondo la volontà dei donatori e saranno giustificati integralmente attraverso l’Ufficio di Sviluppo ADAFO che aiuta nella gestione dei fondi”.

Pubblicato il 05/10/2011 

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