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13/5/2011 - Costa d’Avorio - Problemi ancora irrisolti
Foto dell'articolo -COSTA D’AVORIO –  PROBLEMI ANCORA IRRISOLTI
(ANS – Abidjan) – A distanza di quasi un mese dall’accorato appello dei salesiani alla comunità internazionale poco è cambiato per i profughi di Duékoué e la popolazione di tutta la Costa d’Avorio. La missione di “Santa Teresa di Gesù Bambino” è ancora stracolma di persone e nel paese regna un clima di diffusa insicurezza.

La vittoria di Ouattara su Gbabgo ha sancito la fine del conflitto armato tra le fazioni e l’avvio del processo di stabilizzazione politica del paese, ma la gente ha ancora molta paura di possibili ritorsioni e attacchi, dato che i giorni del conflitto hanno segnato una profonda spaccatura tra i sostenitori dei due Presidenti.

A causa della paura e dell’inerzia internazionale sono ancora circa 30.000 le persone che affollano l’opera salesiana a Duékoué, nonostante le strutture possano arrivare a contenere al massimo 8.000 persone in piedi. Di tutta questa gente, alcuni hanno perso la casa negli scontri e sono perciò costretti a restare presso la missione. Molti altri, invece, dispongono ancora di un’abitazione e nell’arco della giornata si spostano all’esterno della struttura salesiana, ma per timore di rimanere isolati durante le ore della notte, tornano a dormire all’interno della missione.

Il campo profughi espressamente richiesto alle agenzie internazionali dai salesiani per garantire i requisiti minimi d’igiene agli sfollati è ancora del tutto assente, né si sa quando potrà essere pronto e operativo. Presso l’opera di Duékoué sono adesso presenti solo 2 salesiani, che non riescono a far fronte alle enormi necessità di tutti i bisognosi.

Ad Abidjan, la capitale, dove i salesiani hanno la loro casa della Visitatoria, la situazione è meno problematica. Alcune delle attività con i giovani sono state ripristinate, sebbene si proceda ancora a ritmi rallentati. Tuttavia la paura è il sentimento più diffuso tra la popolazione e si teme che da un momento all’altro possano riprendere le violenze.

Pubblicato il 13/05/2011

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