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26/2/2016 - Italia - Il noviziato di Genzano di Roma, presente nelle periferie
Foto dell'articolo -ITALIA – IL NOVIZIATO DI GENZANO DI ROMA, PRESENTE NELLE PERIFERIE

(ANS – Genzano di Roma) – Quando Don Bosco giunse a Torino s’imbatté in un inferno. Don Cafasso lo portò per strada a conoscere la realtà. Don Bosco vide la vera miseria, la schiavitù, il carcere, i condannati a morte, i bambini sfruttati, l’abbandono dei giovani senza genitori, senza casa, senza educazione, senza religione. Dopo più di cento anni, i Figli di Don Bosco continuano a vivere questo dramma giovanile, ma danno delle risposte. I novizi salesiani di Genzano di Roma vogliono essere altri Don Bosco del nostro tempo.

L’istituto salesiano “San Luigi Versiglia” di Genzano di Roma, è uno dei due noviziati internazionali e accoglie novizi salesiani provenienti da tutto il mondo.

“A Genzano di Roma si studia, si lavora, si prega e si sta bene, conoscendo la Congregazione, studiando e imitando Don Bosco” dice don Damián Moragues, salesiano dell’Ispettoria Spagna-Maria Ausiliatrice, che svolge il ruolo di Socio del Maestro dei Novizi presso il noviziato.

“Una delle attività più apprezzate è la presenza settimanale presso l’opera ‘Borgo Ragazzi Don Bosco’ alla periferia di Roma, in Via Prenestina”, aggiunge spiegando la vita quotidiana dei giovani e il loro lavoro di immersione nelle periferie, seguendo le raccomandazioni di Papa Francesco.

A Genzano di Roma ci sono attualmente 15 novizi; 5 dall’Italia, 6 dalla Croazia, 2 dall’Ungheria, 1 dal Portogallo e 1 dalla Spagna, Ispettoria di Madrid. I novizi salesiani cominciano in questa fase formativa la possibilità di iniziare l’esperienza religiosa salesiana. Pertanto, la comunità deve essere un esempio di vita basato sulla fede e alimentato dalla preghiera, dove la semplicità evangelica, la gioia, l’amicizia e il rispetto reciproco creino un clima di fiducia e docilità.

Durante l’Anno della Misericordia i giovani salesiani lavorano per ascoltare la chiamata della Chiesa, che, come ben spiegato da Papa Francesco “è chiamata a uscire da se stessa e andare nelle periferie, non solo geografiche, ma anche esistenziali: quelle del mistero del peccato, del dolore, dell’ingiustizia, dell’ignoranza e del prescindere dalla religione, del pensiero, di tutte le miserie”.

Pubblicato il 26/02/2016

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