(ANS – Roma) – A un mese esatto dalla beatificazione del salesiano coadiutore ungherese Stefano Sándor, l’Ambasciata di Ungheria presso la Santa Sede ha organizzato, presso l’Accademia d’Ungheria in Roma e in collaborazione con la Congregazione salesiana, una serata in onore del nuovo beato.

Dopo il saluto dell’Ambasciatore, S.E. sig. Gábor Györiványi, ha preso la parola il Rettor Maggiore, Don Pascual Chávez, che ha presentato l’attualità della testimonianza di Stefano Sándor: nella difesa e nella promozione della fede, nella salvaguardia della famiglia rispetto a ideologie che ne stravolgono la natura e la missione, nella sfida educativa in un tempo di emergenza educativa.

Successivamente don Pierluigi Cameroni, Postulatore Generale, ha tracciato un profilo biografico e spirituale del nuovo beato, evidenziando in Sándor un modello di radicalità evangelica, di esemplarità di vita religiosa e di singolare impegno nel mondo del lavoro.

Ha preso poi la parola il Sig. György Hölvényi, Sottosegretario di Stato ungherese, responsabile per le relazioni ecclesiastiche e per le minoranze, che ha elogiato l’opera attuale dei Salesiani in Ungheria, ripartita dopo la dura stagione del comunismo e la collaborazione esistente tra stato e Chiesa nel campo dell’educazione.

È stato poi proiettato il film-fiction “Il Servo di Dio, Stefano Sándor”, del regista ungherese András Dér, presente alla manifestazione. La pellicola, ricca di messaggi e di stimoli riflessivi, molto apprezzata anche per la qualità tecnica, rende pienamente palpabile il contesto storico che accompagna la vicenda di Stefano Sándor, quello della presa del potere del regime comunista in Ungheria negli anni ‘50 e della crescente opera di persecuzione nei confronti della Chiesa, in particolare della sua azione educativa. Stefano Sándor visse con spirito di fortezza evangelica e di intraprendenza apostolica l’ora della prova e del martirio, diventando per i giovani di ieri e di oggi punto di riferimento credibile e stimolante.

La serata si è conclusa con il saluto del card. Tarcisio Bertone, che ha ricordato come i regimi totalitari nella persecuzione contro la Chiesa cattolica abbiano sempre espresso una particolare violenza contro le sue istituzioni educative, mentre solo tramite una leale e costruttiva collaborazione tra Chiesa e Stato è possibile realizzare il vero bene dei popoli e delle nazioni, promuovendo in modo speciale la formazione spirituale, morale e culturale delle nuove generazioni.

Pubblicato il 20/11/2013