Riferendosi ai documenti della Congregazione, il Rettor Maggiore ha iniziato la sua riflessione: “riconoscendo che il mondo in cui viviamo e realizziamo la missione di Don Bosco per i giovani, in particolare i più poveri e bisognosi, non è solo scenario della nostra presenza e attività, ma un interlocutore privilegiato, o meglio, il luogo dove rispondiamo ai giovani e, insieme a loro, rispondiamo a Dio, credo sia necessario definire le sfide del momento storico in cui viviamo, mettendo in evidenza le opportunità per il rinnovamento della vita e della missione salesiana”.
La Congregazione Salesiana, ha affermato Don Chávez, è obbligata ad affrontare le nuove sfide e impegni a livello culturale, ecclesiale, istituzionale e personale. Per la regione America Cono sud ciascuna di queste sfide comporta un riesame e un conseguente impegno che sarà visibile nelle proposte sviluppate dalle varie Ispettorie.
Parlando della missione nella regione America Cono Sud, il Rettor Maggiore ha riconosciuto come l’evangelizzazione dell’America sia una testimonianza eloquente del continuo sforzo missionario compiuto dalla vita consacrata e come, ancora oggi, il suo contributo alla nuova evangelizzazione continua ad essere di fondamentale importanza. “In comunione con i nostri vescovi, i salesiani della regione America Cono Sud continuano a promuovere l’azione evangelizzatrice della Chiesa, chiamata a rendere tutti quanti suoi membri, discepoli e missionari di Cristo, Via, Verità e Vita affinché i nostri popoli abbiano vita in Lui. Gli impegni sono quelli di rafforzare l’identità carismatica, ripensare la pastorale giovanile e vocazionale, riconfigurare le Ispettorie e prestare attenzione alla disciplina religiosa”.
In seguito, Don Chávez si è soffermato sul tema della riconfigurazione delle presenze, affermando che un autentico processo di conversione spirituale e pastorale porta i salesiani a collocarsi laddove la loro presenza è importante, favorisce la collaborazione, genera un impatto sul territorio e diviene feconda dal punto di vista vocazionale. Essa implica, soprattutto, un nuovo modo di essere presente e un tipo di attività e servizi che meglio rispondano alle esigenze della vita religiosa, le necessità della Chiesa e della società e, in particolare, le aspettative e le esigenze giovani.
La disciplina religiosa, ha ricordato il Rettor Maggiore, ha il suo senso nella radice del termine “discepolo” e rimanda al cammino che una persona compie per diventare un discepolo. Così la disciplina religiosa riguarda in primo luogo l’esigenza di essere un discepolo fedele e non solo, né soprattutto, il rispetto di determinate norme e leggi. Il Rettor Maggiore ha sottolineato l’importanza dell’impegno mutuo tra confratelli per crescere nella libertà consacrata, come contabili professionisti e trasparenti, nel rispetto delle regole della Chiesa e delle leggi dei paesi, attraverso la formazione permanente e un accompagnamento spirituale adeguato.
Pubblicato il 28/03/2011