(ANS – Wittenheim) – Da sette anni ormai, Salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice conducono insieme una settimana di missione, andando in una scuola e vivendo con i giovani e gli adulti vari momenti di animazione. Quest’anno, la missione si è svolta a Wittenheim, in Alsazia, sul tema: “Impariamo a mettere colori nelle nostre vite!”

La consegna data ai missionari prima di partire era quella di aiutare i giovani ad  incontrarsi e a superare le barriere tra gruppi e clan. Per questo motivo è stato preparato un grande gioco a squadre – ciascuna contrassegnata da un colore – che ha permesso di suddividere e mescolare fra loro tutti gli studenti. Poi, attraverso varie attività ludiche, come la corsa nei sacchi, la traversata di un fiume senza bagnarsi, i quiz su Don Bosco e Madre Mazzarello… si è favorito lo scambio e la condivisione; e man mano che le giornate proseguivano un grande puzzle andava costruendosi su un muro della palestra, raffigurante la parola “Vita”.

Gli allievi di Wittenheim, circa 500 allievi, spesso con alle spalle situazioni di fallimento scolastico, hanno accolto con grande curiosità e sincero entusiasmo i missionari. Sono stati felici di essere ascoltati e valorizzati, e nei numerosi scambi informali con i salesiani e le fma hanno arricchito i propri orizzonti e acquisito nuove prospettive.

In un’occasione, ad esempio, due studenti stavano parlando con una giovane suora della vocazione religiosa. Uno dei due ha interpellato l’altro: “Comunque, un teppista come te non può mica essere religioso”. Ma la suora, smentendo il primo di due ragazzi, ha raccontato loro la vita del giovane Michele Magone. Al termine della chiacchierata il giovane trattato da teppista, colpito dalle parole della religiosa, si è unito ai missionari che celebravano la messa.

Il dialogo tra giovani e religiosi è stato continuo e fecondo. Uno spettacolo su Gesù, allestito dall’équipe della missione insieme all’équipe pastorale dell’istituto, ha dato l’opportunità per uno scambio di vedute tra religiosi e giovani, che hanno parlato con estrema franchezza: “Perché avete scelto questo mestiere? Non avete forse diritto di avere una famiglia? E che stipendio avete?” oppure “ma anche chi si sposa deve vivere la povertà, la castità e l’obbedienza?” sono state alcune delle domande rivolte ai consacrati.

Tra i temi affrontati nella settimana, anche quello della violenza. Don Olivier Robin ha parlato con gli educatori su come gestirla, sia quando è presente dentro di sé, sia quando riguarda i giovani. Le sue riflessioni hanno molto colpito gli insegnanti, che hanno deciso di proseguire la riflessione tra loro.

Anche gli exallievi e i Salesiani Cooperatori hanno partecipato alle attività, realizzando uno spettacolo circense.

E grande attenzione, ovviamente, è stata prestata alla dimensione spirituale della missione: attraverso momenti di preghiera animati, celebrazioni semplici, gioiose e nello stesso tempo raccolte, i missionari hanno aiutato i giovani ad approfondire questa dimensione, spesso trascurata, della loro vita.

Pubblicato il 03/04/2012