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3/10/2012 - Malta – PE: Dio nella vita dei giovani
Foto Service-MALTA – PE: DIO NELLA VITA DEI GIOVANI

Don Joe Cini, salesiano di Malta, ci aiuta a comprendere la posizione dei giovani dell’arcipelago nei confronti della religione. Uno sguardo tra ricerche ed esperienze.

Prima situazione: attitudine religiosa tra gli studenti universitari
Nell’aprile del 1968 venne condotto un sondaggio sull’attitudine religiosa e i comportamenti degli studenti universitari maltesi, commissionato dai Servizi di Ricerca Pastorale e dall’Associazione degli studenti di Teologia. Tra le varie domande venne chiesto agli studenti se parlassero con i sacerdoti a proposito del sesso. Il 44% rispose di sì.

Nell’aprile 2008 venne conclusa la raccolta dei dati per un sondaggio dal titolo “Credenze religiose e atteggiamenti dei maltesi universitari rivisti – 2009”, realizzato dalla Cappellania Universitaria. Gli organizzatori non hanno sentito il bisogno di chiedere agli studenti se parlassero con i sacerdoti di sesso. Agli studenti è stato chiesto invece se avessero avuto rapporti sessuali nel corso dell’anno precedente. Il 44% ha risposto di sì.

I costumi sono cambiati in 40 anni!

Lo studio mostra chiaramente che gli studenti universitari scelgono consapevolmente ciò a cui vogliono credere tra quanto viene presentato ufficialmente dalla Chiesa. Anche se il 91% degli intervistati si è definito cattolico, solo una minoranza considera il divorzio (43%), il sesso prematrimoniale (24%) e la contraccezione artificiale (14,7%) moralmente sbagliati.

È interessante notare che, mentre la maggior parte degli intervistati approva la convivenza prima del matrimonio (73,5%) e la legalizzazione del divorzio (56,7%), la maggior parte non la sceglierebbe come stile di vita. Solo un sesto potrebbe considerare la scelta del divorzio e solo il 5% sarebbe per la convivenza.

Gli argomenti toccati non coprono l’intera gamma della morale cattolica. Non ci sono state domande, per esempio, sugli atteggiamenti riguardo l’ambiente, la giustizia sociale e i rifugiati. Se queste domande fossero state poste, forse l’indagine avrebbe rilevato che l’allontanamento dalla dottrina cattolica sulla morale sessuale è stata bilanciata da una coscienza sociale più forte.

Le risposte degli studenti universitari sulla morale sessuale non sarebbero state così preoccupanti se non fosse per quattro fattori, due dei quali derivanti dallo studio stesso. In primis, va considerato che il presente studio è una ripetizione di uno analogo realizzato nel 2005 e i risultati comparati mostrano che le cifre stanno slittando verso il basso: che quello che era percepito come sbagliato allora, non lo è più adesso. La tendenza è chiara.

Il secondo, e più preoccupante, fattore è lo scivolamento del livello di fiducia in alcuni dei dogmi fondamentali del cattolicesimo. Oggi, meno studenti credono nella Trinità, in Gesù come Figlio di Dio, nell’Incarnazione, nello Spirito Santo, nel paradiso e nell’inferno, in Maria come Madre di Dio e nella Chiesa, per citare alcuni punti. La fede nella Trinità è scesa del 18%, nell’Incarnazione del 24% e nei sacramenti di quasi il 23%.

Ma si può trovare un lato positivo anche in questa sezione. Il 93,5 per cento degli intervistati crede in Dio – un calo di “solo” il 4,5% rispetto al dato del 2005. C’è anche un forte aumento del numero di coloro che dicono che la loro pratica religiosa è una questione di libera scelta.

Un terzo elemento è che probabilmente se lo stesso sondaggio fosse stato condotto con altre fasce giovanili, si sarebbero registrate le stesse tendenze. Anche sulle questioni di moralità, le opinioni degli studenti universitari sarebbero simili a quelli della popolazione in generale. La Chiesa dovrà scoprire se questa impressione è vera o no.

Il quarto fattore, il più grave di tutti, riguarda la fase successiva, il “follow-up”. Ci sarà un po’ di “rumore” all’interno della Chiesa su questo studio, ma subito dopo tutti vivranno di nuovo felici e contenti. Questo è ciò che è accaduto dopo che venne pubblicato lo studio del 2005, così come dopo la pubblicazione dei risultati parziali del censimento di massa.

La Chiesa deve impegnarsi con forza per capire quanto sta accadendo e adottare una strategia per reagire.

Seconda situazione: giovani apostoli per altri giovani
La gioventù di oggi ha bisogno di una comprensione esperienziale della fede e della spiritualità. La gente ha bisogno di sentirsi veramente accolta in una comunità e di trovare un clima nel quale crescere liberamente in tutti gli aspetti della propria, unica personalità.

Questo è ciò che anche Andrew Consiglio – uno dei fondatori, nel 1987, di “Youth Fellowship” – ritiene essere la chiave per raggiungere i giovani di oggi. Nel corso dei suoi 25 anni di esistenza Youth Fellowship ha cercato di condividere il messaggio immutabile del Vangelo, accogliendo al tempo stesso la sfida di adattarsi alle tendenze della cultura giovanile contemporanea.

Ciò si è riflesso anche nell’ultimo corso organizzato, dal titolo “Sette, Dare Senso a Tutto” (Seven, Making Sense Of It All). Il corso si è sviluppato lungo sette settimane ed ha offerto ai partecipanti, molti dei quali studenti universitari, la possibilità di ascoltare e discutere le risposte a sette delle domande più comuni sui temi come l’esistenza di Dio, la comprensione della Bibbia, la preghiera efficace e la rilevanza della Chiesa.

Il corso è iniziato con una festa e si è conclusa con un fine settimana di ritiro. Comprendere il rapporto tra fede e ragione e imparare a sviluppare una amicizia personale con Gesù è qualcosa che si vive meglio in un contesto di “compagnia” (fellowship), un elemento vitale che il gruppo ha cercato di promuovere sin dal suo inizio.

“Grazie a Dio in Youth Fellowship ho degli amici in che mi sostengono nella mia vita quotidiana e nella mia preghiera. – riporta un giovane universitario di 20 anni –  Così non sono solo”.

Oltre alle assemblee, che hanno avuto luogo il sabato sin dalle prime ore del mattino, i giovani hanno potuto riunirsi in un piccolo gruppo, un “cenacolo”, dove studiare la Bibbia, pregare insieme e promuovere forti legami di amicizia.

Uno dei fondamenti di Youth Fellowship è consistito nell’accompagnare i giovani adulti e farli diventare leader e testimoni cristiani efficaci nella società di oggi. Diversi sacerdoti, suore, dirigenti aziendali, professionisti e anche personalità politiche hanno parlato del ruolo positivo svolto da Youth Fellowship per la loro formazione e per la scelta delle loro rispettive vocazioni. Molti altri continuano a servire all’interno dell’organizzazione.

Un giovane membro ha descritto l’esperienza di conversione, avuta nel fine settimana di ritiro sul tema “Venite e vedrete”, come un passaggio “dalla notte al giorno”. Ora è uno dei leader dell’équipe di servizio, un gruppo vivace di circa 40 giovani adulti che si incontrano regolarmente per pregare e pianificare i vari eventi.

Per gestire tutti i suoi numerosi eventi evangelizzatori, pastorali e sociali, l’organizzazione dispone di un organico di cinque membri che coordinano tutte le attività dal loro ufficio.

Uno di loro, impegnato a tempo pieno, conduce un programma di sensibilizzazione scolastica “Acts – Announcing Christ to Schools” (Annunciare Cristo nelle Scuole), giunto ormai al 10° anno. Un gruppo di giovani volontari impegna il proprio anno sabbatico, o qualche mese di congedo dal lavoro, per entrare in una équipe che va in visita nelle aule scolastiche per condividere il senso più profondo della vita. In diverse occasioni il programma di Youth Fellowship ha esteso la sua missione al di là di Malta in paesi quali il Regno Unito, l’Italia, la Polonia e Gibilterra. Negli ultimi 12 anni l’équipe del programma “Living Waters” è stata coinvolta in un progetto già avviato in Etiopia dove, oltre a raccogliere fondi per costruire un complesso residenziale a Bahar Dar, ha fornito insegnamento d’inglese e di catechismo.

La musica ha sempre svolto un ruolo centrale negli incontri di Youth Fellowship, dove i canti di lode e adorazione sono fondamentali nell’esperienza di preghiera. Delle sue 3 band, “Salt” è forse la più nota al di fuori del gruppo, almeno da quando ha vinto il “Bay Music Awards” nella categoria Miglior Esordiente (2009) e il premio come miglior band (2010). Il tastierista di “Salt”, nonché leader della band, afferma che “la differenza a proposito della musica che suoniamo è che non si tratta di noi stessi, ma di Dio, e quindi quando suono sto anche pregando”.

Durante tutto l’anno si tengono regolarmente celebrazioni eucaristiche, sia presso la sala riunioni principale, sia nella cappella del convento di Nostra Signora dei Dolori, che il gruppo utilizza come centro pastorale per i giovani. Ritiri, incontri per piccoli gruppi e attività comunitarie si sviluppano, analogamente, durante tutto l’anno.

Pubblicato il 03/10/2012

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