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4/6/2012 - Polonia - PE: la formazione dei formatori è la risposta di mons. dal Covolo
Foto dell'articolo -POLONIA – PE: LA FORMAZIONE DEI FORMATORI È LA RISPOSTA DI MONS. DAL COVOLO
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(ANS – Cracovia) – In occasione di un suo viaggio prima in Slovacchia e poi in Polonia, il vescovo salesiano mons. Enrico dal Covolo, Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense, ha rilasciato un’intervista ai salesiani dell’Ispettoria di Polonia sud. Riportiamo di seguito alcune sue riflessioni sul tema del Progetto Europa.

Anzitutto bisogna riconoscere che il problema è molto complesso. Viviamo in un momento di crisi dei valori della vecchia cultura europea, cioè quella cultura che in realtà è stata missionaria nel tempo passato rispetto al mondo, ora invece è una cultura che ha smarrito le sue profonde radici, e che sempre di più si manifesta piuttosto cultura di morte, che cultura di vita. E ovviamente i primi, che fanno le spese di questa pseudocultura, sono i giovani.

Noi rischiamo di avere una generazione giovanile che è cancellata da qualunque attenzione. Leggevo ultimamente un’intervista, un’inchiesta impressionante, da cui risulta che in Spagna, per esempio, il 52% dei giovani tra il 18 e 35 anni non trova alcun motivo valido per vivere: il che significa essere esposti alle tentazioni peggiori.

Quindi diciamo che anzitutto bisogna prendere atto, lucidamente e coraggiosamente, della gravissima crisi che ci sta intorno. Occorre riflettere a lungo su questa emergenza educativa, studiarne le cause, studiarne la fenomenologia. Questo però è solo un primo passo. C’è poi un secondo passo da fare, quello che riguarda la terapia dell’emergenza educativa... A mio parere la linea salesiana della terapia – ma anche la linea della mia Università – non può essere che la formazione dei formatori.

La formazione dei formatori è la risposta adeguata di un’Università all’emergenza educativa, e lo è anche per una Congregazione come la nostra, dedita alla missione giovanile. Detto questo, bisogna però tirarne le conseguenze operative, bisogna vedere esattamente che cosa fare, ed è proprio questo l’impegno del Progetto Europa, a cui la Congregazione ci chiama, e che sta tanto a cuore al nostro Rettor Maggiore.

Non c’è da stupirsi poi se talvolta può sembrare che questo Progetto Europa segni un poco il passo, che proceda un po’ lento, perché le ricette in realtà non ci sono. Bisogna avere pazienza, molto coraggio, non demordere mai, e cercare di procedere con decisione su questa strada…

Pubblicato il 04/06/2012 

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