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24/11/2015 - Italia - “Dobbiamo usare le armi della misericordia e del dialogo”
Foto dell'articolo -ITALIA – “DOBBIAMO USARE LE ARMI DELLA MISERICORDIA E DEL DIALOGO”

(ANS – Roma) – “Il Giubileo non va rinviato. Se lo rinviassimo faremmo il gioco dei terroristi che ci stanno alle costole. È chiarissimo che il loro disegno è quello di creare terrore. Ed è proprio a questo che non dobbiamo cedere. (…) Piuttosto dobbiamo usare le armi della misericordia e del dialogo”. Così ha risposto mons. Enrico dal Covolo, SDB, Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense (PUL), a chi teme che il Giubileo possa trasformarsi un bersaglio per gli attentati.

Mons. dal Covolo, rispondendo alle domande di Filippo Passantino per il “Giornale di Sicilia”, ha anche sottolineato altri elementi di specificità di questo Giubileo.

“La novità è quella di una totale decentralizzazione rispetto a Roma. Non nel senso dottrinale, perché è normale che il Giubileo parta da Roma e trovi in Roma il suo centro. Ma è una decentralizzazione nella celebrazione stessa del Giubileo. Ogni diocesi si trova ad avere in pratica la sua Porta Santa. Quindi, non sono necessari i grandi pellegrinaggi a Roma, perché di per sé il Giubileo con tutte le indulgenze connesse può essere lucrato in qualsiasi diocesi. (…). È una innovazione interessante che indica la volontà del Papa di andare in uscita. Tanto è vero che la prima Porta Santa del Giubileo Francesco non la aprirà neppure a Roma, ma in Africa durante il suo viaggio apostolico” ha detto il presule.

Quindi mons. dal Covolo ha sottolineato il tema dell’Anno Santo: “Papa Francesco ha voluto mettere sul tavolo della Chiesa e della società in questo momento storico il tema della misericordia, che è l’elemento più importante per un dialogo fruttuoso tra le religioni, ma anche tra le culture e le società. Se non vogliamo prendere la via delle armi, ce n’è solo un’altra, quella del dialogo, che non vuol dire buonismo. Il dialogo richiede competenza e fermezza. Perché se si confondono le posizioni diventa un dialogo finto. Secondo me, questa seconda via è l’unica perseguibile, perché l’altra conduce sempre nel circuito della violenza. Il dialogo superficiale, però, non serve a nessuno”.

Il salesiano ha infine ricordato che, sempre all’insegna di un dialogo sincero ed edificante, la PUL ha organizzato per il prossimo 3 dicembre una tavola rotonda con tre suoi docenti e tre professori dell’Università di Qom, città santa sciita, in Iran, per parlare della misericordia nelle tradizioni sciita musulmana e cattolica.

Pubblicato il 24/11/2015

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