(ANS – Honiara) – La giornata di oggi, 5 maggio, terzo e ultimo giorno della sua Visita d’Animazione alle Isole Salomone, il Rettor Maggiore l’ha spesa con i giovani: dapprima con i ragazzi che frequentano le opere salesiane di Tetere e Henderson, quindi con quelli del carcere minorile di Rove. La sua partenza per le Isole Fiji è stata invece ritardata a causa del terremoto avvenuto al largo di Papua Nuova Guinea.
di don Dominic Kachira, SDB
Le attività sono iniziate alle 8 con una “messa giovanile”, in onore di san Domenico Savio. La celebrazione, animata con vivaci inni giovanili e danze, è stata presieduta dal vescovo di Gizo, il salesiano mons. Luciano Capelli. Nell’omelia, offerta dal Rettor Maggiore e tradotta da don Václav Klement, Don Á.F. Artime ha parlato della santità giovanile e citato gli esempi di santità giovanile salesiana di Zeffirino Namuncurá e di Laura Vicuña, entrambi indigeni, come i giovani fedeli che stavano in ascolto del Rettor Maggiore.
Dopo la messa c’è stato tempo per un confronto informale, nel quale i giovani hanno rivolto molte domande interessanti al Rettor Maggiore. Un ragazzo ha domandato come mai il Rettor Maggiore ha intrapreso un viaggio così faticoso, da Roma fino a vari paesi dell’Oceania; Don Á.F. Artime ha risposto di essere felice di trovarsi lì con i giovani e che intende andare ad incontrare i giovani ovunque siano nei centri salesiani di tutto il mondo. Mentre alla domanda sul perché è diventato salesiano il Rettor Maggiore ha raccontato la propria storia vocazionale.
In seguito, accompagnato dal suo Segretario, don Horacio López, ha visitato la cattedrale dedicata alla “Santa Croce” ha incontrato i giovani residenti nel carcere minorile di Rove. I Salesiani infatti, attraverso le due opere di Tetere e Henderson, hanno anche cura della Pastorale carceraria e aiutano i giovani detenuti ad apprendere un mestiere.
I ragazzi hanno intonato un canto di ringraziamento in suo onore, mentre il Rettor Maggiore ha parlato loro di Don Bosco, che visitava le carceri di Torino, era amico dei giovani e s’impegnava affinché nessuno dovesse mai finire in prigione. “La vita è bella. Potete fare cose molte belle una volta fuori da qui” ha poi aggiunto, prima di lasciare loro dei souvenir.
“Il Rettor Maggiore si è preso l’impegno di visitare le case salesiane mai visitate prima da nessun Rettor Maggiore – ha commentato mons. Capelli a margine della visita. – Dopo 20 anni di presenza salesiana a Tetere (1995), e 15 anni ad Henderson, è arrivato in occasione delle celebrazione locali dei 200 anni della nascita di Don Bosco.
In questi giorni ha istaurato un bel rapporto familiare con i confratelli, i giovani, i membri della Famiglia Salesiana. Che hanno contraccambiato. Mi ha espresso personalmente il suo apprezzamento per i volontari valtellinesi e bergamaschi che si sono dati da fare per le due presenze salesiane.
Non possiamo non vedere la benedizione di Dio che ufficialmente proclama e garantisce che i figli di Don Bosco hanno iniziato bene e sono sulla giusta strada”
Pubblicato il 05/05/2015