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20/1/2015 - Spagna - “In Sierra Leone non si è arrivati al livello massimo di contagiati”
Foto dell'articolo -SPAGNA – “IN SIERRA LEONE NON SI È ARRIVATI AL LIVELLO MASSIMO DI CONTAGIATI”

(ANS – Madrid) – “Abbiamo iniziato un nuovo anno consapevoli che siamo ancora nelle mani di Dio e con la speranza che il flagello dell’Ebola sia un brutto sogno, che si aprano le scuole, che i bambini possano tornare al loro ambiente naturale, che gli adulti riprendano la loro vita, che tutti noi possiamo vivere tranquilli, senza preoccuparci della malattia...”. Sono le parole di un missionario salesiano, riportate in un comunicato stampa diffuso dalla Procura Missionaria Salesiana di Madrid.

Oltre 8.400 persone sono morte a causa dell’Ebola e 21.000 circa sono quelle infettate. “La situazione in Liberia sembra essere migliore, dato che il numero di infezioni è diminuito. In Sierra Leone, gli esperti spiegano che non abbiamo ancora raggiunto il picco di contagi. Si dice che nei prossimi mesi si raggiungerà tale picco e poi il numero diminuirà”, afferma don Jorge Crisafulli, SDB, Superiore della Visitatoria dell’Africa Occidentale Anglofona.

I salesiani continuano a lavorare in Liberia, Sierra Leone e Guinea, impegnandosi per la prevenzione, distribuendo cibo e materiale igienico di base e ospitando i bambini orfani a causa dell’Ebola. “Nel centro della Sierra Leone già ci sono più di 60 bambini, e un altro gruppo di oltre 40 si trova nella zona di quarantena”, spiega don Crisafulli.

I religiosi salesiani, inoltre, già lavorano ai progetti per quando l’epidemia sarà sotto controllo. “La situazione post-Ebola sarà drammatica quanto quella che attualmente viviamo a causa delle dure conseguenze sociali ed economiche di questo anno d’isolamento e recessione, o anche di più”, avverte il superiore salesiano.

Ana Muñoz, portavoce della Procura Missionaria Salesiana di Madrid, aggiunge infine: “Vogliamo ringraziare l’adesione di migliaia di persone alla campagna ‘SOS Hijos del Ébola’, lanciata sul finire del 2014; ma ancora migliaia di bambini hanno bisogno del nostro aiuto. Per questo, non possiamo dimenticarci di quello che sta accadendo in questi paesi colpiti dall’epidemia di Ebola”.

Pubblicato il 20/01/2015

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