(ANS – Shillong) – Nella vasta regione dell’India nord-orientale risiede la popolazione indigena Khasi, le cui origini e storia sono ancora poco note anche a molti studiosi, dato che quel poco che se ne conosce è spesso mescolato con antiche leggende e tradizioni locali. Fedeli allo spirito missionario della Congregazione, i salesiani svolgono il loro apostolato anche con gli indigeni khasi, e recentemente hanno inaugurato una nuova chiesa per loro, nel villaggio di Jairot.

I Khasi sono una delle due principali tribù indigene dello stato indiano del Meghalaya (l’altra sono i Garos). Il loro nome, nella loro lingua, significa “7 capanne” e sono stanziati nella parte occidentale del Meghalaya, uno dei 7 stati del nord-est indiano – noto per la bellezza dei suoi paesaggi e per questo chiamato la “regina del nord-est” o la “Scozia d’Oriente”.

La cultura khasi presenta delle sue specifiche peculiarità. La società è organizzata in maniera tale che l’autorità, la nobiltà, l’eredità, e la successione sono tracciate per via matrilinea. È la donna che ha diritto di scegliere il suo uomo, conviverci, sposarlo e stabilire la residenza della nuova famiglia.

La popolazione khasi ha avvertito i primi cambiamenti con l’arrivo delle spedizioni inglesi e dei missionari agli inizi del XIX secolo. Le dinamiche culturali e la struttura sociale khasi sono state senza dubbio intaccate. Tuttavia, le attività missionarie hanno comportato molti progressi nelle aree della formazione, nello sviluppo di un senso di identità tribale, nella creazioni di leadership locali, in una maggiore libertà per le donne, nell’organizzazione sociale e, infine, nell’ambito della religione.

La presenza cristiana nel territorio ottenne una sua prima forma stabile nel dicembre 1889 con l’erezione della Prefettura Apostolica di Assam, divenuta successivamente diocesi di Shillong-Guwahati (1934) e poi arcidiocesi (1970). La regione abitata dai Khasi attualmente fa parte dell’arcidiocesi di Shillong, il cui vescovo è il salesiano mons. Dominic Jala, il sesto salesiano consecutivo alla guida della circoscrizione ecclesiastica (il primo fu mons. Louis Mathias, a partire dal 1922).

Nel territorio dell’arcidiocesi i salesiani curano anche una parrocchia, dedicata ai SS. Pietro e Paolo, eretta nel 1997 nel villaggio di Pynthorumkhrah per commemorare la visita di Giovanni Paolo II a Shillong, avvenuta nel 1986. Il primo parroco è stato un missionario italiano, don Piero Schiavon; grazie al suo lavoro e a quello dei suoi confratelli attualmente la parrocchia conta circa 15000 fedeli, per la maggior parte giovani e poveri.

Lo scorso 21 aprile, la comunità parrocchiale ha inoltre festeggiato l’erezione di una nuova chiesa, costruita nel villaggio di Jairot, segno della bontà dell’apostolato dei missionari salesiani e della buona disposizione della popolazione locale. A presiedere la solenne Eucaristia è stato don Ïoannis Warpakma, attuale parroco della chiesa di Pynthorumkhrah; accanto a lui hanno concelebrato don Schiavon e altri 3 sacerdoti, 2 salesiani e un clarettiano.

La giornata è stata vissuta con grande gioia dai fedeli cattolici presenti nel villaggio, che hanno ringraziato i salesiani per la nuova chiesa e per le attività da essi svolte. L’occasione di festa ha anche costituito un motivo di speranza e gioia in un momento difficile per tutti gli abitanti della regione, colpita, il 10 aprile, da un violento ciclone che ha causato alcune vittime e ingenti danni alle case, ai campi e ai possedimenti della popolazione.

Pubblicato il 07/05/2013