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15/10/2012 - Vaticano - Nuova evangelizzazione: pluralità e diversità e attenzione alla formazione culturale
Foto dell'articolo -VATICANO – NUOVA EVANGELIZZAZIONE: PLURALITÀ E DIVERSITÀ E ATTENZIONE ALLA FORMAZIONE CULTURALE

(ANS – Città del Vaticano) – Venerdì 12 ottobre, oltre al Rettor Maggiore, sono intervenuti ai lavori della XIII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi anche due presuli salesiani: mons. A. Malayappan Chinnappa, arcivescovo di Madras e Mylapore, e mons. Enrico dal Covolo, Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense.

Mons. Chinnappa - richiamando la pluralità e la diversità dovute alla ricchezza dello Spirito Santo e ricordando che il Concilio Vaticano II è stata per la Chiesa una nuova Pentecoste - ha evidenziato come il metodo della nuova evangelizzazione nei diversi contesti dovrà seguire la pedagogia di Gesù: “Gesù non si impone, ben sapendo che tutte le persone sono soggetti creati a immagine di Dio”. Citando l’incontro con la Samaritana (Gv 4, 1-42) e il dialogo di Gesù con gli apostoli a Cesarea di Filippi (Mt 16, 13-19) ha evidenziato l’importanza di una conoscenza progressiva e guidata di Gesù. Il compito degli evangelizzatori è aiutare le persone a scoprire Gesù da sole creando i presupposti. “Nella tradizione indiana ci sono Mangas (modi), grana manga (conoscenza), bakati manga (amore di Dio), kunma manga (modo di agire). Le persone possono giungere a Dio servendosi di uno di questi mezzi”.

La pluralità e la diversità si vive soprattutto nei contesti multi-religiosi. La “Nostra Aetate”, la “Gaudium et spes” e la “Redemptoris Missio” offrono utili contributi su quali atteggiamenti avere nel dialogo in questi contesti.

Mons. Chinnappa ha ricordato anche la predilezione per gli ultimi in un mondo che esclude a poco a poco i poveri, in base alla razza, il sesso, la discriminazione delle caste. “Il messaggio del Regno di Dio che Gesù ci ha portato si basa sull’ascolto dei poveri, che vengono chiamati ‘beati’. Migliorare le condizioni dei poveri, degli oppressi e dei discriminati dev’essere dunque il primo compito della nuova evangelizzazione”.

Di natura più culturale è stato il contributo offerto da  mons. Dal Covolo: la progressiva scristianizzazione della vecchia Europa dipende, fra l’altro, da due processi, fra loro collegati: la statizzazione del diritto; la statizzazione delle Scuole.

“Le Scuole e le Università, anche quelle cattoliche, sono sempre più sottomesse al controllo diretto degli Stati. A questa logica non sfugge il cosiddetto Processo di Bologna” ha detto il presule evidenziando come i contenuti dell’insegnamento sono imposti in alcuni Stati dai programmi e dai libri di testo. “In questo procedimento, la visione culturale aperta alla fede cristiana viene sistematicamente indebolita, a vantaggio di prospettive cosiddette interreligiose o interculturali. Di fatto, in questo modo viene insinuata nella mente dei giovani una visione culturale ben lontana dalla fede cristiana, o addirittura esplicitamente contraria ad essa”.

Nevralgica è la formazione dei docenti. “In molti Paesi i docenti sono formati unicamente nelle Università statali, e comunque chi vuole insegnare deve possedere l'abilitazione statale conseguita secondo il percorso formativo stabilito dagli Stati e con esami di Stato”.

Una nuova evangelizzazione non può che avvenire nel riconoscimento delle persone, della loro coscienza, dei loro diritti. “Se gli Stati, come spesso hanno fatto e continuano a fare, si appropriano del progetto personale di apprendimento, tolgono alle persone la libertà di realizzarsi, privandole di un diritto originario e costitutivo”.

Mons. Dal Covolo ha auspicato un impegno per un buon funzionamento delle Scuole e delle Università in genere, ma in modo tutto particolare di quelle cattoliche creando anche sinergie con le famiglie e le altre agenzie educative del territorio (parrocchia, oratorio, centri giovanili, istituzioni...). Una apertura del dialogo tra la fede e la cultura nell’insegnamento. “La specificità delle Scuole e delle Università cattoliche dovrà essere il dialogo inesausto tra la scienza di Dio e le scienze dell’'uomo, all’insegna di una sintesi teologica assimilata esistenzialmente, e coerentemente testimoniata dai formatori”.

Pubblicato il 15/10/2012

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