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28/9/2012 - RMG - Intervista ai nuovi missionari: la fede limpida del diacono Galaiura
Foto dell'articolo -RMG – INTERVISTA AI NUOVI MISSIONARI: LA FEDE LIMPIDA DEL DIACONO GALAIURA
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(ANS – Roma) – Dalla Circoscrizione salesiana a statuto speciale dell’Ucraina greco-cattolica, avviata giuridicamente poco più di un mese fa, parte il primo missionario. È il diacono Taras Galaiura, nato nel 1981 a Lutsk, Ucraina, in pieno regime comunista, e ora membro entusiasta della 143° Spedizione Missionaria Salesiana.

Chi o che cosa ti ha portato a diventare cristiano?
La mia giovinezza è trascorsa sotto il comunismo, non era facile avere accesso alle chiese. Le chiese esistevano, ma non tutte erano aperte, il catechismo non si faceva… Però avevo dentro delle domande essenziali. In un modo o nell’altro queste domande emergono. Se le fanno tutti i giovani: perché vivo? Dove vado? Come finisce tutto? Nessuna società può darti queste risposte! Sì, si può parlare di uguaglianza, di mantenere il benessere e la vita, proteggere i Diritti Umani… ma dopo? Quando la vita finisce?

E perché proprio cattolico?
Perché è visibile l’unità. Non è possibile che Dio contraddica se stesso.

Sai già dove e con chi andrai a lavorare?
Andrò a lavorare nell’Ispettoria di Brasile-Porto Alegre, ma non so ancora in quale casa. Io sono di rito greco e in Brasile ci sono fedeli di questo tipo, perché c’è stata emigrazione dall’Ucraina alla fine del XIX secolo, e ancora adesso sono presenti dei fedeli, per esempio, a Curitiba. Tuttavia, normalmente lavorerò nelle comunità di rito romano; solo dal 1° settembre è stata eretta la Circoscrizione di rito bizantino-ucraino, UKR, da cui provengo.

Cosa ti mancherà di più della tua terra?
Certo, può darsi che proverò un po’ di mancanza... ma più che mancanza, ritengo sarà una sfida a dare il meglio di me, quello che ho preso dalla mia terra e darlo agli altri. Questo è quello di cui gli altri hanno bisogno da me. E quindi non sarà una mancanza, ma una forza che mi spingerà a donarmi… qualcosa, perciò, non che “mancherà”, segnato da un’assenza, ma semmai di un segno positivo.

E in senso positivo, allora, quale ricchezza porta un missionario ucraino in Brasile?
L’amore dei giovani ucraini, dai quali io ho imparato tanto nella mia vita: il regalo dei giovani ucraini io lo porterò ai giovani brasiliani. Farò soltanto da mediatore. Non penso di andare tanto a trasmettere, quanto a condividere la fede con loro. Perché penso che saranno più loro a trasmettere a me, che io a loro. Posso dirlo sulla base dell’esperienza di tanti confratelli che dicono la stessa cosa: con l’età lo capisci che tu non dai tanto, ricevi soprattutto. E anche questo è Grazia di Dio!

Come ti sei “preparato” per il Brasile?
Ho trovato e letto diversi articoli in internet o riviste; ma solo trovandomi sul posto avrò modo di conoscere meglio la realtà. I mezzi di comunicazione hanno le loro leggi e non sempre sono trasparenti le informazioni che danno; occorre conoscere l’uomo, con le sue esigenze, che è più grande.

Ci pensi alla GMG di Rio?
Certo! Spero tanto di poter partecipare.

Pubblicato il 28/09/2012

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