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1/8/2012 - Slovenia - PE: Il programma PUM, un’istruzione progettuale per i giovani disoccupati
Foto dell'articolo -SLOVENIA – PE: IL PROGRAMMA PUM, UN’ISTRUZIONE PROGETTUALE PER I GIOVANI DISOCCUPATI
Fotografia disponibile in Image Bank

(ANS – Celje) – Tra le varie attività che portano avanti i Salesiani di Celje c’è anche un programma di recupero per giovani tra i 15 e 26 anni che sono senza lavoro. Denominato “PUM”, sigla che significa “istruzione progettuale per i giovani”, il programma è finanziato dal Ministero per l’Istruzione e dal Fondo Sociale Europeo.

Nel programma possono essere inseriti sia i giovani che hanno concluso il ciclo d’istruzione e sia quanti l’hanno interrotto. Scopo di PUM è aiutare i partecipanti a trovare un lavoro o a reinserirsi nel processo di formazione.

Il programma si sviluppa quotidianamente. La mattina s’inizia con una colazione insieme e una conversazione tematica. I temi vengono scelti e moderati a seconda delle necessità dei giovani e sono indirizzati alla loro crescita personale, all’apertura dei propri orizzonti, alla cittadinanza attiva e alla formazione del gruppo.

Segue poi la programmazione e la distribuzione degli incarichi da adempiere durante la giornata. Il focus del programma è posto sul lavoro individuale che ogni giovane deve realizzare nella giornata, sulle mete personali che deve raggiungere. Tutto il gruppo si ritrova per il pranzo, che viene preparato da due partecipanti. Durante la ricreazione c’è il tempo per lo sport e dei giochi da tavola. L’ultima parte della giornata è dedicata ai progetti comuni, come preparare prodotti per la promozione, curare la rivista, organizzare l’incontro con i genitori… Questi progetti comuni sono pensati sulla base degli interessi del gruppo e i giovani partecipano a tutte le fasi del progetto: dalla progettazione fino all’esecuzione e alla valutazione finale.

Ogni settimana sono realizzati anche vari moduli di formazione professionale: creare prodotti in argilla, in legno, tessuto, e cucinare. Tali moduli, basati sui programmi delle scuole di formazione professionale, godono del contributo di operatori esterni e si svolgono per un’intera giornata una volta alla settimana.

Tra le attività regolari ci sono anche i colloqui personali, che hanno lo scopo di offrire una valutazione sul lavoro compiuto e pianificare quello futuro, ma servono anche a conoscere meglio i giovani e la loro concreta situazione di vita.

Veronika Bezgovšek, una delle tutor del programma, racconta: “Una volta un giovane di 25 anni è stato inserito nel programma perché costretto dall’Istituto per l’Occupazione, che invia i giovani al PUM; non si stancava mai di ricordarci che non era stata una sua scelta! Agli inizi era assai timido, accettava qualche lavoro solo se c’era davvero bisogno, stava sempre un po’ in disparte e non offriva mai il proprio parere nelle condivisioni”.

“Era stato mandato al PUM perché non aveva finito gli studi. La scuola non gli piaceva e non aveva nemmeno trovato lavoro... Dopo alcuni mesi siamo riusciti a stabilire un buon rapporto. Ha capito che noi del programma non volevamo fargli del male, che qui un giovane è rispettato, ascoltato. Ha cominciato a partecipare con più entusiasmo ed è diventato uno dei promotori delle varie attività. Si è impegnato anche in cucina, preparando i pasti per tutto il gruppo. Attraverso le attività e i colloqui personali ha capito che era bene concludere la scuola: ha fatto gli esami che gli mancavano e l’esame di maturità. Poi, con una attiva e motivata ricerca, ha anche trovato un posto di lavoro che gli piace e che si addice ai suoi interessi”.

Pubblicato il 01/08/2012

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