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1/10/2015 - Sierra Leone - I Salesiani ottengono la libertà di un giovane recluso da 5 anni senza condanna
Foto dell'articolo -SIERRA LEONE – I SALESIANI OTTENGONO LA LIBERTÀ DI UN GIOVANE RECLUSO DA 5 ANNI SENZA CONDANNA

(ANS – Freetown) – Entrare nel carcere maschile della Sierra Leone significa andare indietro nel tempo e nell’“inferno sulla terra”, come affermano gli stessi detenuti. Nella prigione sono ammassati uomini con ragazzi, criminali assieme ad imputati i cui documenti sono stati persi o semplicemente dimenticati. I Salesiani che lavorano nel carcere si sono proposti di ottenere la libertà per questi ultimi e hanno già avuto il primo successo.

Oltrepassare la porta della prigione di Pademba Road a Freetown equivale a tornare indietro nel tempo e sentirsi parte di un film impossibile. La prigione era progettata per 300 detenuti, ma adesso ne ospita quasi 1.400. Una lavagna stabilisce ciascun giorno le categorie e il numero dei detenuti da accogliere.

Per combattere le ingiustizie che vi si verificano, il Direttore dell’ONG salesiana Don Bosco Fambul, pochi mesi fa il salesiano coadiutore Lothar Wagner ha richiesto il rilascio immediato di 80 prigionieri che sono in carcere nella prigione centrale di Freetown da oltre 3 anni, senza alcun accusa.

“Siamo stati in grado di ottenere queste informazioni da colloqui personali con i detenuti, passando da una cella all’altra, dal momento che lavoriamo quotidianamente all’interno del carcere. E siamo andati oltre, verificando attraverso il registro della prigione le loro richieste e l’affermazione di essere in prigione da più di tre anni” aveva affermato il religioso.

Adesso, grazie all’intervento salesiano, il primo detenuto che si trovava in queste circostanze ha ottenuto la libertà. Il suo nome è Musa Brima e stava in prigione da “5 anni, 10 mesi e 10 giorni” come ricorda. Era accusato di una truffa che non aveva commesso e ha visto il giudice una sola volta, per la dichiarazione di colpevolezza o non colpevolezza, ma non ha mai ricevuto una condanna.

“Ricordo bene il mio tempo in prigione, perché quando si vive una realtà così triste si conta ogni giorno, nella speranza che possa finire quel terribile incubo”.

Il suo caso era stato semplicemente dimenticato, fino a quando non è stato recuperato dai Salesiani. Quando è stato portato di nuovo in tribunale, il giudice gli ha detto che era libero e poteva tornare a casa: “poter tornare a casa libero, senza ostacoli, e riabbracciare mia moglie e i miei tre figli è stato meraviglioso, dopo tutto questo tempo”.

Brima oggi ringrazia i Salesiani e “Papà Don Bosco” per essere libero, e anche se le cose non sono facili ora, dopo cinque anni senza libertà, questo “è il miglior regalo per l’Anno della Misericordia che sta per iniziare”, riporta entusiasta.

Sul sito di “Misiones Salesianas”, la Procura Missionaria Salesiana di Madrid, si può leggere come viene realizzata la cura salesiana dei detenuti.

Pubblicato il 01/10/2015

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