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22/9/2015 - Sierra Leone - “Il mio Paese ha bisogno di missionari, ma ho imparato che la missione non ha confini!”
Foto dell'articolo -SIERRA LEONE – “IL MIO PAESE HA BISOGNO DI MISSIONARI, MA HO IMPARATO CHE LA MISSIONE NON HA CONFINI!”

(ANS – Freetown) – Don José Ubaldino Andrade Hernández è un Salesiano venezuelano, missionario in Sierra Leone dal 2000 e attualmente Direttore e parroco dell’opera salesiana “Don Bosco Fambul” a Freetown. Nella rivista missionaria Cagliero 11 riporta la sua testimonianza:

Ci sono due elementi nel mio desiderio di essere missionario. Il primo è che penso che la mia vocazione missionaria sia stata costituita nel mio cuore e nella mia mente molto prima di essere cosciente. Mia madre appartiene alla Legione di Maria, e mi ricordo che prima di imparare il catechismo, lei mi ha portato a dare cibo agli affamati, conforto e speranza agli ammalati.

A poco a poco ho cominciato a capire che questo significava essere ristiano, uscire di casa, andare incontro, condividere con gli altri, anche il poco che avevamo.

Il secondo è che durante la mia infanzia e la mia giovinezza ho avuto la grazia di conoscere molti missionari che con la loro vita hanno segnato profondamente la mia vita, fino al punto di voler imitarli. Spagnoli, italiani, polacchi, irlandesi, egiziani, colombiani, argentini, ... idraulici, insegnanti, cuochi, psicologi, meccanici, infermieri, musicisti. Ma soprattutto, erano uomini e donne che amano Gesù e gli altri, e che hanno lasciato tutto per servire.

Hanno lasciato la loro patria e sono venuti ad aiutare, a vivere con noi, a piangere e ridere, cantare e pregare, a camminare e crescere. Hanno condiviso con noi la loro e una grande notizia, la notizia di Gesù. Attraverso di loro ho avuto la mia vocazione missionaria: voglio imitare le loro vite, le loro buone opere, il loro sacrificio, la dedizione e la perseveranza. Voglio sempre amare come essi hanno amato.

L’Africa è una terra misteriosa dove il dolore e la tristezza sono sempre alle nostre porte. Molti giovani sono stati spinti a una vita di sopravvivenza, malattia, ingiustizia, pericolo, morte. In mezzo a questa realtà la mia gioia più grande è stata quella di scoprire l’azione amorevole e misericordiosa di Dio e mi rendo conto che più cerco di evangelizzare, e più sono io ad essere evangelizzato.

Certo molti pensano: “Il Venezuela ha anche bisogno di missionari, perché andare in Africa?” Questa è una domanda difficile. Sicuramente il Venezuela, paese che amo, ha bisogno di missionari; ma poco a poco ho imparato che la vita è la nostra missione e che la missione non ha confini. Che la nostra vita si basa sulla chiamata di Cristo che ci invia.

Quanta gioia sperimento nel servire la mia gente, ma sento che il Signore mi chiede di andare fino all’ultimo angolo del mondo, affinché coloro che non lo conoscono ancora possano incontrarLo. Ai salesiani che vogliamo essere missionari, in particolare quelli del Sud America, voglio dire: siamo attenti alla chiamata missionaria ‘ad gentes’ del Signore e lasciamoci condurre dal suo Spirito! Non dimentichiamo che il nostro padre Don Bosco ha sognato sempre di essere un missionario. Tu puoi realizzare il sogno di Don Bosco, ricorda che ci sono molti che ti attendono!

Pubblicato il 22/09/2015

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