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13/3/2014 - Francia - Clown e sacerdote, fede e illusione: l’esperienza di don Federspiel
Foto dell'articolo -FRANCIA – CLOWN E SACERDOTE, FEDE E ILLUSIONE: L’ESPERIENZA DI DON FEDERSPIEL

(ANS – Parigi) – Si può essere clown e sacerdoti al tempo stesso? È la domanda che si è rivolto don Daniel Federspiel, Superiore di Francia-Belgio Sud, che ha reso le sue capacità mimiche e circensi una sua caratteristica peculiare e uno strumento d’apostolato.

Il giovane Daniel era molto timido, ma s’innamorò del teatro. In quel contesto, attraverso varie circostanze, presto imparò a fare il clown. Finché, prima di entrare in noviziato, pensò che la vita religiosa e quella da clown fossero inconciliabili e abbandonò tutto: umorismo e illusionismo.

Ma in noviziato fece una scoperta: “Un giorno mi imbattei in un libro nel quale era scritto: ‘gli illusionisti hanno un santo protettore chiamato San Giovanni Bosco’. E pensai subito di parlarne al Maestro dei Novizi, che mi disse: ‘È un peccato aver abbandonato tutto, avresti potuto continuare’”. Il giovane Daniel riprese così la sua antica passione, esercitandola tra i religiosi e nei grandi raduni. Finché non arrivò il momento dell’ordinazione e l’incontro con il cardinal Albert Decourtray, allora arcivescovo di Lione.

Continuerai a fare il clown una volta ordinato?” chiese il cardinale. “Non lo so. Mi dica lei” rispose il giovane salesiano. “Prepariamo la celebrazione”, fu la sola risposta. Poi, durante la celebrazione, con grande sorpresa di tutti, il cardinale disse: “Io ti mando come un clown tra i sacerdoti e come sacerdote tra i clown”.

A quell’epoca don Federspiel faceva il clown, ma non lo era veramente. Prese l’impegno di imparare ad esserlo, e inviato a Nizza, fu invitato da un salesiano ad iscriversi ad un club d’illusionismo. Conobbe così Guido Giacomelli, un clown professionista, 74enne, senza figli e che aveva perso il suo collega e per 6 anni ne fu allievo. “Mi ha insegnato a vedere il mondo come un clown – racconta il salesiano – Non si è il clown, si diventa il clown”.

Il clown è una figura del Vangelo – aggiunge – Essere clown è un modo per assorbire ciò che è nel mondo, assimilarlo e trasformarlo in gioia . C’è qualcosa di Cristo in quel che fa, è un po’ come portare la sofferenza degli altri per trasformarla gradualmente nella risurrezione, nella gioia. Di ciò che è debole, delicato, povero fa una poesia, qualcosa di bello. Dove gli altri vedono difficoltà, un fallimento... il clown vede speranza”.

Potrebbe sembrare qualcosa di magico. Ma don Federspiel nega: “No! Perché la magia fa credere ad un potere. Al contrario, l’illusione è simile alla fede in Dio, che fa vedere ciò che sembra vero, ma al tempo stesso la verità non viene rivelata in questo modo. Rimane nascosta. L’illusione si avvicina alla fede nel senso che quando uno crede d’aver scoperto dov’è Dio, Lui è sempre al di là della nostra comprensione, è diverso ogni volta”.

Sul sito della rivista salesiana Don Bosco Aujourd’hui è disponibile, in francese, una versione più ampia dell’articolo.

Pubblicato il 13/03/2014

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