Italia - Un nuovo curricolo in Comunicazione Pastorale |
Colombia – La comunicazione nel progetto formativo dei Salesiani |
Verità digitale |
Dove sono i giovani? Dov’é il cortile per vivere il Sistema Preventivo e l’Assistenza? Sempre di più nell’interattività della rete! Già nella seconda metà dello secolo Marshal McLuhan aveva detto: “il mezzo é il messaggio”, quando tutto era massificato, presumibilmente controllato e unidirezionale. Da allora sono passati pochi anni e ci rendiamo conto che non si tratta solo di mezzi che veicolano messaggi in senso unidirezionale, né di nuovi modi di comunicare, ma è una trasformazione culturale che coinvolge nello stesso tempo tecnologia, individuo, comunità e comunicazione. Nel sempre più esteso continente digitale si respira l’interattività, si vive in essa senza esserne coscienti, é qualcosa di normale. Ci sono cambi antropologici e culturali: si agisce, si pensa, si sente e si é diversi di quando eravamo nell’era industriale e della carta. È innegabile che sono cambiati i concetti e le esperienze di spazio e di tempo, di persona e di relazione. Nel nuovo continente ci sono i “natici digitali” che esigono nuovi missionari, nuovi testimoni ed educatori.
I processi della comunicazione nella società sono divenuti sempre più vari, complessi e completi, coinvolgono persone, gruppi e istituzioni in contesti, mezzi, contenuti, tecnologia, lingue e linguaggi condivisi e diversificati. Si può dire che oggi la comunicazione, almeno in gran parte del mondo, é divenuta un diritto e una produzione di tutti, perché si sono anche moltiplicate le fonti di informazione e la possibilità di accesso ad esse. Sia l’informazione che la comunicazione si sono democraticizzate e tutto questo si fa “in internet come spazio e in internet come mezzo”, e i suoi principali rappresentanti sono i giovani. Basta vedere chi sono i creatori dei social network più noti e chi si sta scalando le classifiche delle persone più ricche del nuovo mondo!
D’altra parte credo che dobbiamo cambiare il nostro concetto di rete. Cerchiamo di non vederla più come un semplice strumento da utilizzare al servizio dei bisogni e degli obiettivi personali, e proviamo a pensarla e viverla come spazio culturale e sociale, con le sue forme di relazione e socializzazione. È uno spazio in cui si incrociano immagini, simboli, forme di scrittura e in cui interagiscono persone di diverse età, classi sociali, tradizioni e nazionalità, all’unisono e indipendentemente dello spazio e del tempo (sembra piuttosto che non ci siano). Questa interculturalità strutturale della rete si unisce alla sua apparente omogeneità tecnologica e a volte linguistica. Così ora dobbiamo imparare non solo ad “usare”, ma anche ad abitare questo spazio digitale e queste social network insieme ad altri, senza lasciare da parte tante altre forme di comunicazione che trovano la loro diffusione e valorizzazione anche nella rete.
Il Messaggio del Papa Benedetto XVI per la 45° Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali sottolinea il positivo delle Reti Sociali come uno spazio di incontro e Comunicazione se si cerca e accetta la verità come senso e contenuto, se l’annuncio lo fa un convinto e rispettoso testimone, se chi naviga e interagisce desidera solo essere trasparente dinanzi all’altro, aperto al dialogo, senza cercare di vivere nascosto. Questo vuol dire che le nuove tecnologie invitano a nuove e migliori relazioni. Per questo motivo il Papa allarga la comunità ecclesiale e la sua missione ai campi digitali. Molti Vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose, tanti cattolici, già lo fanno. Moltissimi salesiani e giovani delle nostre opere anche. La vita sta cambiando in modo impensato, non intuito e forse non sognato. I cortili e i centri giovanili si realizzano nei nuovi spazi della relazione educativa evangelizzatrice dell’interattività virtuale.
È chiaro che una nuova cultura con nuove tecnologie, richiede una nuova evangelizzazione, una nuova educazione, una nuova pastorale, un nuovo modo di collocarsi, di lavorare e di relazionarsi all’interno della società, all’interno del continente digitale. Molti di noi abbiamo vissuto da fuori e da dietro a questo nuovo continente, alcune volte come turisti e altre come emigranti, con non poche critiche e resistenze, e con tanta nostalgia di un “passato reale e migliore”. Invece gli adolescenti e i giovani sono nati in un mondo digitale che appartiene loro e al quale appartengono, sono “nativi”. Il Capitolo 26° dei salesiani è molto chiaro e ritiene necessario cambiare mentalità e modificare le strutture, passando “da un atteggiamento timido e da una presenza sporadica nei Mezzi di Comunicazione Sociale ad un uso responsabile e ad una animazione educativa ed evangelizzatrice più incisiva”(CG 26 104/5). La chiave e la sfida principale stanno, quindi, nel modo di capire la missione e il tipo di presenza in questo continente giovanile che cresce e si moltiplica. La cosa più importante non é essere nati in questo continente ed essere un nativo digitale. Nemmeno sminuisce, tanto da scoraggiarci o giustificare la nostra assenza, l’essere migranti, turisti o stranieri digitali dentro il nuovo e poco conosciuto continente dei nostri destinatari. La cosa più importante, sia per loro che per noi, é sapere perché e per quale motivo siamo lì. Il senso della presenza in questo continente lo chiamiamo “sapienza digitale”. In termini salesiani si dice: “Sistema preventivo e Assistenza Salesiana aggiornata per evangelizzare, educare e accompagnare i giovani nel mondo digitale”.
Le nuove tecnologie creano un nuovo modo di vivere, introducono a nuove relazioni, offrono nuovi sensi e non necessariamente sbagliati, anche se contrastanti con quelle tradizionalisti, verticali e basati sui privilegi. Il salesiano, che è stato educato a ragionare, credere e amare, a rispettare e a volere il bene del giovane, a cercare e offrire Dio in “ogni luogo”, non lascerà di farlo nelle nuove circostanze, quando cambiano le strutture, i linguaggi e i modi di essere presenti. Il Sistema Preventivo e l’Assistenza come spiritualità e metodo pastorale, devono essere aggiornati. Lo richiedono la vita e i destinatari e dove stanno loro dobbiamo stare noi. Il mondo della comunicazione si evolve con velocità insospettate e i destinatari e i loro bisogni sono per noi criterio di rinnovamento.
Roma, 5 giugno 2011
Don Filiberto Gonzalez
Consigliere per le Comunicazioni Sociali