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19/12/2014 - RMG – Anno della Vita Consacrata, Bicentenario, CG27
Foto Service-RMG – ANNO DELLA VITA CONSACRATA, BICENTENARIO, CG27

(ANS – Roma)– Papa Francesco ci ha regalato “l’anno della Vita Consacrata” e, “come Successore di Pietro e come fratello nella consacrazione religiosa”, ha fatto pervenire una lettera a tutti i consacrati per illustrarne gli obiettivi, le attese e gli orizzonti. Nella lettera del Papa risuona forte l’invito alla gioia vocazionale, ad una radicalità appassionata e ad una fiducia operosa. La presenza dello Spirito – ci dice Papa Francesco – spinge i consacrati a “guardare il passato con gratitudine”, a “vivere il presente con passione”, ad “abbracciare il futuro con speranza”.

di don Giuseppe Nicolussi, SDB

1.          L’anno della Vita Consacrata ci aiuta a vivere il Bicentenario e il CG27

 

Guardare il passato con gratitudine (‘significato del Bicentenario’)

Scrive il Papa: “Ogni nostro Istituto… è come il seme che diventa albero espandendo i suoi rami. In questo Anno sarà opportuno che ogni famiglia carismatica ricordi i suoi inizi e il suo sviluppo storico, per ringraziare Dio che ha offerto alla Chiesa così tanti doni che la rendono bella e attrezzata per ogni opera buona”.

Papa Francesco ci invita a celebrare la storia dell’Istituto di cui facciamo parte, a ricordare gli inizi e lo sviluppo del carisma: per ringraziare Dio, tenere viva l’identità, rinsaldare il senso di appartenenza, prendere coscienza di come è stato vissuto il carisma, quale creatività ha sprigionato, quali difficoltà ha dovuto affrontare e come sono state superate. per confessare con umiltà la loro fragilità e incoerenza.

È questo il significato che noi Salesiani intendiamo dare alla celebrazione del Bicentenario.

 

** Vivere con passione il presente (‘il cammino tracciato dal CG27’)

Nelle parole di Papa Francesco troviamo incoraggiamento a realizzare “con passione” la proposta del CG27. Egli scrive: “Quest’Anno ci chiama a vivere il presente con passionead attuare in maniera sempre più profonda gli aspetti costitutivi della nostra vita consacrata”. Tra di essi il Papa sottolinea tre indicatori di una vita consacrata vissuta con passione: la radicalità evangelica e mistica, la missione, la comunione.

 

** Vivere con passione la radicalità evangelica (‘mistici nello Spirito’)

“La domanda che siamo chiamati a rivolgerci in questo anno è se e come noi ci lasciamo interpellare dal Vangelo; se esso è davvero il ‘vademecum’ per la vita di ogni giorno e per le scelte che siamo chiamati ad operare. Esso è esigente e domanda di essere vissuto con radicalità e sincerità”. L’ideale dei fondatori era Cristo, “aderire a lui interamente, fino a poter dire con Paolo: «Per me il vivere è Cristo»; i voti avevano senso soltanto per attuare questo loro appassionato amore.”

“Gesù, dobbiamo domandarci, è davvero il primo e l’unico amore, come ci siamo prefissi quando abbiamo professato i nostri voti?”

Dal CG27: “Mistici nello Spirito”, “appartenere di più a Dio”.

 

** Vivere con passione la missione (‘servi dei giovani’)

Questa la sfida che ci lancia Papa Francesco: vivere la missione con la stessa passione dei Fondatori, che si sono posti al servizio dell’umanità nei modi più diversi con la fantasia della carità. Abbiamo la stessa generosità e abnegazione? C’è qualcosa che dobbiamo cambiare per perseguire le stesse finalità oggi? 

Siamo chiamati a “svegliare il mondo”, ad avere capacità di profezia, “a creare ‘altri luoghi’, dove si viva la logica evangelica del dono, della fraternità, dell’accoglienza della diversità, dell’amore reciproco”, ad andare nelle periferie esistenziali.

“Nessuno in questo Anno dovrebbe sottrarsi ad una seria verifica sulla sua presenza nella vita della Chiesa e sul suo modo di rispondere alle continue e nuove domande che si levano attorno a noi, al grido dei poveri”. 

Dal CG27: “segni profetici a servizio dei giovani”, “verso le periferie”, “appartenere di più ai giovani”.

 

** Vivere con passione la comunione (‘profeti della fraternità’)

 “Vivere il presente con passione significa diventare ‘esperti di comunione’”. “Sono certo che in quest’anno lavorerete con serietà perché l’ideale di fraternità perseguito dai Fondatori e dalle Fondatrici cresca ai più diversi livelli, come a cerchi concentrici”; all’interno delle comunità, nella nostra famiglia carismatica, tra i membri dei diversi istituti, come sinergia tra tutte le vocazioni nella Chiesa e oltre le frontiere della Chiesa. Siate uomini di comunione, vivete la mistica dell’incontro.

Dal CG27: “facendo esperienza di vita fraterna come a Valdocco”, “appartenere di più ai confratelli”.

 

2.    Invito al ringraziamento, alla riflessione e all’impegno

Il periodo storico salesiano che va dal 1815 al 2015, visto dalla prospettiva degli obiettivi, delle attese e degli orizzonti indicati da Papa Francesco, può offrire motivi di ringraziamento e di riflessione, può essere occasione di verifica e spinta al rinnovamento. Ecco, a modo di esempio, alcune suggestioni.

 

**Grati alla Chiesa del Vaticano II

L’anno della Vita Consacrata è stato indetto “in occasione del 50° anniversario della Costituzione dogmatica Lumen gentiumsulla Chiesa, che nel cap. VI tratta dei religiosi, come pure del Decreto Perfectae caritatissul rinnovamento della vita religiosa”. “Narrare la propria storia – scrive il Papa – è rendere gloria a Dio e ringraziarlo per tutti i suoi doni. Lo ringraziamo in modo particolare per questi ultimi 50 anni seguiti al Concilio Vaticano II, che ha rappresentato una ‘ventata’ di Spirito Santo per tutta la Chiesa”.

Anche noi Salesiani diciamo il nostro grazie, riconosciamo con profonda gratitudine che gli ultimi 50 anni del nostro Bicentenariosono segnati profondamente dallo Spirito del Concilio. Riconosciamo con gratitudine che la Chiesa ci ha aiutato ad essere più Salesiani; a ritornare alle fonti della nostra esperienza, a riscoprire il carisma, a rinnovare il progetto evangelico di vita, a crescere come Famiglia salesiana (vedi discorso del Rettor Maggiore alla conclusione del Congresso Storico Internazione del Bicentenario). 

 

**Don Bosco da sacerdote diocesano a “consacrato”, Don Bosco Fondatore

Don Bosco sacerdote diocesano, mosso dalla passione educativa pastorale per i giovani, è diventato “gradualmente … religioso, maestro e plasmatore di comunità di consacrati” (Braido); ha dato origine ad una nuova comunità di consacrati a Dio per la missione.

Il 14 maggio 1862 i primi 22 Salesiani pronunciavano i primi voti ufficiali: e Don Bosco? “Ma qualcuno mi dirà: - D. Bosco ha egli pure fatti questi voti? - Ecco: mentre voi facevate a me questi voti, io li facevo pure a questo Crocifisso per tutta la mia vita; offrendomi in sacrificio al Signore, pronto ad ogni cosa, affine di procurare la sua maggior gloria e la salute delle anime, specialmente pel bene della gioventù. Ci aiuti il Signore a mantenere fedelmente le nostre promesse” ((MB VII p.163). Per Don Bosco non si trattava certamente solo di “fare i voti” ma di dare inizio e di sposare una nuova forma di “vita consacrata”.

 

** La figura del salesiano presbitero e del salesiano coadiutore, del religioso presbitero e del religioso laico

L’unica vocazione consacrata salesiana può essere vissuta nella laicità o nel ministero ordinato. “La nostra Società è composta di chierici e di laici che vivono la medesima vocazione in fraterna complementarità” (Cost 4) e apportano alla missione le “caratteristiche laicale e sacerdotale dell’unica vocazione salesiana” (Cost 45).

Nei primi decenni post-Vaticano II si è riflettuto non poco sul profilo peculiare del “salesiano laico”, sul suo contributo alla spiritualità salesiana e alla missione. A livello ecclesiale si è prestata attenzione alla figura del “religioso presbitero” e alla sintesi di questi due aspetti nell’esperienza spirituale e ministeriale (vedi lettera di don Egidio Viganò “Ci sta a cuore il prete del 2000”).

La partecipazione attiva e la corresponsabilità di numerosi laici nella comunità educativa e, anche il mutato impianto delle opere salesiane incidono sul profilo del Salesiano, laico o presbitero, sulla sua testimonianza vocazionale e sullo specifico contributo alla missione oggi. Sono aspetti che meritano ancora approfondimento.

 

** Comunione con gli Istituti di Vita consacrata della Famiglia Salesiana e con gli altri Istituti

La storia di questi due secoli ha visto fiorire sull’albero della Famiglia Salesiana numerose forme di vita consacrata religiosa e secolare, per un totale di 30 gruppi.

La “Carta di identità carismatica della Famiglia Salesiana di Don Bosco” accenna alla loro specificità nella comunione. L’Anno della Vita Consacrata e la parola del Papa sono occasione quanto mai opportune per crescere nella conoscenza, nella comunione, nella sinergia tra le tante vocazioni consacrate appartenenti alla Famiglia Salesiana.

Possiamo ascoltare come rivolto alla nostra Famiglia carismatica l’invito che il Papa rivolge a tutti gli Istituti: “Mi aspetto inoltre che cresca la comunione tra i membri dei diversi Istituti. Non potrebbe essere questo anno l’occasione per uscire con maggior coraggio dai confini del proprio Istituto per elaborare insieme, a livello locale e globale, progetti comuni di formazione, di evangelizzazione, di interventi sociali? … Nessuno costruisce il futuro isolandosi, né solo con le proprie forze, ma riconoscendosi nella verità di una comunione che sempre si apre all’incontro, al dialogo, all’ascolto, all’aiuto reciproco e ci preserva dalla malattia dell’autoreferenzialità.”

Possiamo chiederci qual è il nostro atteggiamento verso gli altri Istituti nella Chiesa e il nostro rapporto con essi, quale la nostra partecipazione alle istanze e organizzazioni di incontro, coordinamento e collaborazione? Quali domande possono suscitare in noi le nuove forme di vita consacrata sorte dopo il Concilio?

 

** Comunione con tutti coloro che si sentono uniti nella Famiglia Salesiana e nel nome di Don Bosco

L’orizzonte della comunione degli Istituti di Vita Consacrata – secondo la parola del Papa – deve aprirsi ai laici che condividono ideali, spirito, missione con le persone consacrate, “ai cristiani laici che si sentono chiamati, proprio nella loro condizione laicale, a partecipare della stessa realtà carismatica. Incoraggio anche voi, laici, a vivere quest’Anno della Vita Consacrata come una grazia che può rendervi più consapevoli del dono ricevuto”.

Dal tempo di Don Bosco ad oggi è andato crescendo il numero di coloro che si sentono uniti a noi nel nome di Don Bosco e della missione giovanile; lo dimostrano lo sviluppo organico della Famiglia Salesiana e la fioritura del Movimento Salesiano.

Anche da questo punto di vista siamo chiamati a guardare il passato con gratitudine e il presente con fiducia e speranza, mentre vediamo nel Bicentenario un’occasione storica per una comunione e una collaborazione più aperta e fattiva con tutti coloro che nello spirito di Don Bosco intendono porsi al servizio dei giovani.

 

** “Abbracciare il futuro con speranza”: i giovani consacrati e il dialogo tra le diverse generazioni

Lo sguardo al futuro, al quale invita Papa Francesco, unisce la consapevolezza della situazione presente – “Conosciamo le difficoltà cui va incontro la vita consacrata nelle sue varie forme” – e la speranza verso il futuro, fondata sulla presenza del Signore e sulla energia dello Spirito.

Su questo sfondo il Papa rivolge la sua parola ai giovani religiosi: “mi rivolgo soprattutto a voi giovani”. Essi sono il presente, perché offrono “un contributo determinante con la freschezza e la generosità” della loro scelta; sono il futuro perché chiamati a prendere nelle loro mani “la guida dell’animazione, della formazione, del servizio, della missione”.

L’anno della Vita Consacrata deve essere tempo di dialogo tra le diverse generazioni; tra chi può offrire un vissuto fatto di esperienza e sapienza e chi può riproporre l’idealità degli inizi, lo slancio e la freschezza dell’entusiasmo vocazionale.

Anche nella nostra Congregazione il dialogo fraterno tra “i giovani” e la generazione che è “davanti a loro” può costituire una via sicura per “abbracciare il futuro con speranza”.

L’anno della Vita Consacrata e il messaggio del Papa potrebbero suggerirci altri punti degni di considerazione, ad esempio: il nostro servizio di animazione sacerdotale e spirituale a comunità di consacrati/e, di accompagnatori di vocazioni alla vita consacrata; la presentazione e la proposta della vita consacrata ai giovani; l’esperienza di vita consacrata dei salesiani vescovi; l’esperienza e l’azione di confratelli che hanno dato origine a nuove forme di vita consacrata…

In ogni caso, senza strumentalizzare il messaggio di Papa Francesco o limitarne gli orizzonti, possiamo affermare che nell’Anno della Vita Consacrata e nel suo messaggio troviamo nuovo impulso per vivere con intensità la grazia di questo anno Bicentenario della nascita di Don Bosco e della storia della Congregazione e per percorrere con decisione il cammino verso la radicalità evangelica tracciato dal recente Capitolo Generale.

Pubblicato il 19/12/2014

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