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6/11/2012 - Croazia – PE: Le sfide dei giovani
Foto Service-CROAZIA – PE: LE SFIDE DEI GIOVANI

Anche in Croazia i giovani sono chiamati a vincere, come i loro coetanei di altri paesi europei, le nuove sfide lanciate dalla società e dalla cultura. Elementi che gli educatori, e dunque anche i Salesiani, devono considerare per poter ascoltare e camminare insieme ai giovani.

I giovani e la Chiesa
Nel 1990, dopo il crollo del comunismo, in Croazia si sono avute le prime elezioni libere. Il cristianesimo ha avuto piena libertà e si è sviluppato rapidamente. La Chiesa cattolica è stata dichiarata autonoma per quanto concerne l’ambito religioso; l’educazione religiosa è entrata nelle scuole pubbliche, primarie e secondarie; si è sviluppata una pastorale dei fedeli negli ospedali, tra le forze armate e la polizia. I Salesiani potevano liberamente lavorare coi giovani.

Nonostante la Croazia sia un paese tradizionalmente cristiano, i giovani faticano ad essere cristiani; il battesimo e la socializzazione religiosa non sono sufficienti. Come accade in altre parti d’Europa, i giovani si perdono nella società eticamente neutra dove dominano il soggettivismo, il relativismo, il consumismo, l’edonismo e il permissivismo.

La Chiesa resta un segno grande, ma sta perdendo l’influsso che una volta aveva sulla società. La morale tradizionalmente cristiana è in crisi, i giovani rifiutano norme morali, la fede diventa sempre più una scelta personale dell’individuo e frutto delle scelte che si operano.

La ricerca del sacro, che tra i giovani c’è ancora, necessita di una pastorale semplice e forte, così da evitare che i giovani cerchino qualcosa in cui credere fuori dalla Chiesa. I giovani dubitano sull’autenticità della Chiesa come istituzione, ma non respingono il Cristo e il messaggio del Vangelo, anzi, vorrebbero avere un’esperienza viva di incontro con Dio nella comunità parrocchiale. Il problema è nelle scarse offerte pastorali e spirituali. La Chiesa in Croazia – come anche i salesiani – sono alla ricerca di nuovi modelli pastorali, di nuovi paradigmi, di nuove proposte per i fedeli e i giovani, prima e dopo la celebrazione dei sacramenti.

I giovani: il loro lato oscuro
La frequenza scolastica costituisce un problema. La scuola primaria, che è obbligatoria, coinvolge il 98% dei ragazzi interessati, ma coloro che s’iscrivono ad un istituto superiore sono appena il 33% e solo l’8% completa gli studi nei tempi previsti. Su 1000 abitanti solo 12 sono professionisti altamente istruiti; nei paesi dell’Unione Europea la media è cinque volte di più alta!

Negli ultimi decenni circa 140.000 giovani hanno lasciato il paese per cercare un lavoro. La disoccupazione giovanile è allarmante; si parla del 36,6%, al terzo posto in Europa.

La mancanza di lavoro e la mancanza di un titolo di studio superiore – pochi riescono a laurearsi a 25 anni – hanno prodotto la “generazione perduta” che coinvolge circa 60.000 giovani i quali, a causa della scarsa istruzione e mancanza di competenze professionali, non possono trovare lavoro e rischiano di restare indietro e ai margini della società.

Questa situazione si riflette nella vita privata dei giovani che fino ai 30 anni vivono con i genitori, si sposano tardi e scelgono di avere pochi figli. Un giovane adulto su tre è disoccupato. Le ragioni di questa realtà scoraggiante sono molteplici, interconnesse e difficili da risolvere. Uno dei motivi principali sta nel fatto che in Croazia è molto difficile creare nuovi posti di lavoro; a questo si aggiunge la legislazione che rende instabile il mercato del lavoro; e ai giovani vengono richieste esperienza e conoscenza delle nuove tecnologie, che spesso non hanno.

Negli ultimi anni larga parte della gioventù della Croazia è stata affetta dal fenomeno del “binge drinking”. Circa il 43,8% dei ragazzi adolescenti si ubriaca una o due volte alla settimana, le ragazze un po’ di meno. La consumazione dell’alcol ha superato la media europea aumentando in modo significativo. Due terzi dei giovani motivano il consumo di alcol come forma di rilassamento, adesione al gruppo, evasione dai problemi della famiglia. Questa spesso determina che il 15% dei minori abbandoni la scuola, alcuni diventino aggressivi e finiscano in prigione. Questo fenomeno si verifica soprattutto nelle grandi aree urbane.

La Croazia è un paese in cui il tabacco è coltivato da secoli e il fumo è socialmente accettato. La legge e gli interventi educativi e sanitari cercano di prevenire, controllare, persino proibire il fumo, ma l’abitudine al fumo dei giovani si sviluppa e prosegue poi nell’età adulta con grande rischio per la salute. Molti giovani cominciano a fumare tra i 15 e i 16 anni e l’assuefazione rimane spesso per anni.

Il 24% dei ragazzi e il 20% delle ragazze almeno una volta nella vita hanno provato la marijuana che, nel consumo di droghe illegali, è al primo posto.

I giovani e la famiglia
I giovani giungono al matrimonio sempre più tardi, confusi da molte illusioni, aspettative irreali e miti creati dall’immaginario collettivo. La paternità cambia radicalmente la vita di un giovane adulto che si vede improvvisamente immerso nella responsabilità, con obiettivi prioritari, un nuovo stile di vita, e vede modificarsi le relazioni sociali acquisite.

La famiglia ricopre un ruolo importante per la vita dei giovani, ma questo è percepito più come un bisogno, una utilità, anziché un’appartenenza. Le relazioni interne sono indebolite, la relazione genitori-figli non procedono correttamente, cioè non sono stabili. Tant’è vero che fragilità interiore sta alla radice delle crisi, delle violenze e dei divorzi.

Pubblicato il 06/11/2012

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