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29/11/2013 - Perù - “La nostra Chiesa indigena Achuar sta maturando”
Foto dell'articolo -PERÙ – “LA NOSTRA CHIESA INDIGENA ACHUAR STA MATURANDO”
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(ANS – Yurimaguas)– Dal 6 al 10 novembre si è svolta la riunione dei Diaconi Permanenti e dei Ministri Straordinari della comunità Achuar, nella quale visse e lavorò per oltre 42 anni don Luigi Bolla, sdb, da essi chiamato “Yankuam”. Tema principale è stato rivedere il processo di evangelizzazione e missione avviato da don Yankuam e oggi proseguito dagli stessi Achuar.

Racconta don Diego Clavijo, missionario salesiano: “Dopo la morte di don Bolla, insieme con i cristiani Achuar, diaconi permanenti, ministri straordinari e catechisti, abbiamo vissuto l’esperienza dei discepoli di Emmaus: abbiamo sperimentato la paura, la solitudine, la voglia di dire che era finita e che era tempo di chiudere, abbiamo sentito che la nostra fede si era indebolita”.

Don Clavijoaggiunge però che gli Achuar cercano di capire con grande umiltà quale sia la volontà di Dio su di loro: “I primi due incontri senza che io fossi presente sono stati importanti, perché hanno sentito che il Signore ha chiamati loro ad essere servitori della sua Chiesa e che ora Lui era nelle loro mani. Hanno detto: ‘Padre Yankuam non è più con noi, prendiamoci l’impegno di animare le nostre comunità cattoliche. E preghiamo che nella Chiesa Achuar ci siano anche sacerdoti della nostra gente’”.

“Posso confermareprosegue don Clavijo– che la nostra Chiesa indigena sta maturando e soprattutto sta diventando servitrice dei piani di Dio, attraverso i suoi prescelti. Ho chiesto ai responsabili cristiani:‘pensate che la vostra gente si sia rafforzata umanamente e spiritualmente con l’annuncio del Vangelo, la presenza dei sacramenti e della Chiesa?’: Mi hanno risposto:‘se ora non avessimo la fede in Gesù Cristo, Figlio di Dio, torneremmo alla paura, l’odio, la guerra, la violenza e la morte.

“Il compito missionario dei nostri leader cristiani – continua il salesiano – li impegna ad essere continuatori dell’azione di Cristo nelle loro comunità. Così, diaconi permanenti e ministri straordinari visitano due volte l’anno le comunità, per incoraggiarle e annunciare il Vangelo, in molti casi per fornire i sacramenti del battesimo e del matrimonio. Quest’anno il diacono permanente Sanchim, nella comunità di Mamús, ha battezzato 50 catecumeni preparatisi nel corso di vari anni, e molti altri diaconi hanno benedetto vari matrimoni”.

“Non c’è dubbio che siamo in un tempo di raccolta e che questi operai con il loro lavoro senza compenso stanno dando una grande testimonianza al mondo intero, soprattutto mostrano la forza di avere una chiesa missionaria con il volto indigeno amazzonico, grazie a don Bolla, all’infermiera laica austriaca Anita Permaninger e al laico signor Juanito Juarez e tanti altri viventi e morti, anche leader Achuar, che sono morti come cristiani”.

“Forse la sfida più grande è garantire che la nostra Pastorale porti i cristiani ad un incontro personale con Cristo e con gli altri, per avere una vera comunione e appartenenza alla Chiesa”.

Pubblicato il 29/11/2013

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