(ANS – Varazze) – Tra le iniziative promosse per celebrare i 100 anni dell’oratorio salesiano e dell’unione locale degli exallievi di Varazze c’è stata anche la mostra “Un sogno lungo cento anni”. Vari documenti storici sono stati esposti, e tra questi anche alcune lettere dell’on. Sandro Pertini (1896-1990) – exallievo dell’istituto salesiano di Varazze, partigiano, esponente di spicco del socialismo italiano e Presidente della Repubblica italiana dal 1978 al 1985 – che testimoniano la sua profonda gratitudine per l’educazione ricevuta.

I festeggiamenti per il centenario dell’oratorio di Varazze sono durati oltre 2 settimane, dal 19 aprile al 5 maggio scorso. Molte le iniziative messe in atto: tavole rotonde con autorità religiose e civili, celebrazioni religiose, feste popolari, spettacoli giovanili ed esibizioni della banda musicale, relazioni sul contributo salesiano alla cittadinanza…

Tra i vari eventi un particolare rilievo l’ha assunta la mostra allestita nei giorni del 20-21 aprile, che ha esposto fotografie storiche dell’oratorio salesiano dai tempi della fondazione fino ad oggi, e numerosi altri documenti. I visitatori hanno infatti potuto ammirare una lettera scritta da Don Bosco ai suoi collaboratori dopo una visita alla casa di Varazze, e alcune lettere autografe della corrispondenza che l’on. Pertini intrattenne per anni col suo maestro di scuola, don Umberto Borella, sdb.

In questi ultimi scritti colpisce l’intensità emotiva con cui l’on. Pertini ricordava gli anni trascorsi al collegio e la ricchezza della formazione umana ricevuta.

Ecco il testo della lettera più significativa esposta alla mostra, redatta nel 1946, all’epoca in cui Pertini serviva il paese come membro dell’Assemblea Costituente.

Roma, 11 Luglio 1946

Mio caro don Borella, grazie della sua buona paterna parola, che profondamente mi ha commosso.
Mi creda, mio indimenticabile don Borella, Sandro è sempre quello che Ella ha conosciuto nella serena pace di codesto Collegio.
Ed il ricordo di quei giorni trascorsi vicino a lei fra codeste mura vive sempre nel mio animo.
Oggi comprendo che l’amore senza limite che io sento per tutti gli oppressi, per tutti i miseri ha cominciato a sorgere in me vivendo in codesto porto di pace. La mirabile vita del loro Santo mi ha iniziato a questo amore. San Giovanni Bosco, come San Francesco di Assisi, ha amato come noi amiamo gli oppressi, i diseredati e a costoro tutta la sua nobile esistenza ha generosamente sacrificata.
Come vede siamo più vicini di quanto le apparenze e i fumi della politica spesso non lascino vedere. Siamo vicini, come eravamo vicini allora. Che nostalgia di quel tempo spesso io sento!
Ma l’attività febbrile ora non mi consente che brevi soste.
Non mi dimentichi, amico carissimo.
Alla sua Congregazione, i miei auguri più fervidi. Ben lieto se potrò rendermi utile a tutti loro. [ndr: sottolineatura dell’autore]

L’abbraccio con cuore commosso,
suo Sandro

In seguito l’on. Pertini volle onorare il suo maestro don Borella della Croce di Cavaliere per meriti acquisiti nell’Istruzione popolare e chiese l’onorificenza all’allora ministro, on. Giuseppe Medici. Questi, soddisfacendo la sua richiesta, disse: “Se lo vuoi fare tu Cavaliere, deve essere un prete speciale...”; e Pertini rispose: “Fu il mio esigente e insuperabile maestro di Quinta Elementare!”.

Pubblicato il 08/05/2013