(ANS – Roma) – Si celebra domenica, 21 aprile, la 50ª Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni. Il tema per il 2013 - “Le vocazioni segno della speranza fondata sulla fede” - si inserisce nel contesto dell’Anno della fede e nel 50° anniversario dell’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II. L’ultima lettera del Rettor Maggiore ricorda che la preghiera deve andare anche per una qualità e autenticità della fedeltà vocazionale.
Ciò che spinse Paolo VI a istituire questa giornata, che si celebra nella quarta domenica del tempo di Pasqua, fu la preoccupazione di garantire “l’avvenire religioso della società cristiana” ricordando che i frutti vocazionali sono “il preciso e inesorabile indice della vitalità di fede e di amore delle singole comunità parrocchiali e diocesane, e testimonianza della sanità morale delle famiglie cristiane. Ove numerose sbocciano le vocazioni allo stato ecclesiastico e religioso, là si vive generosamente secondo il Vangelo. (Paolo VI, Radiomessaggio, 11 aprile 1964)”.
Sviluppando il binomio “Fede e Speranza”, il Papa emerito ricorda che l’amore di Dio “manifestatosi pienamente in Gesù Cristo, interpella la nostra esistenza, chiede una risposta su ciò che ciascuno vuole fare della propria vita, su quanto è disposto a mettere in gioco per realizzarla pienamente”.
“Come avvenne nel corso della sua esistenza terrena, anche oggi Gesù, il Risorto, passa lungo le strade della nostra vita, e ci vede immersi nelle nostre attività, con i nostri desideri e i nostri bisogni. Proprio nel quotidiano continua a rivolgerci la sua parola; ci chiama a realizzare la nostra vita con Lui, il solo capace di appagare la nostra sete di speranza. […]. Anche oggi Gesù ripete: Vieni! Seguimi!”.
Il dinamismo vocazionale è così brevemente descritto da Benedetto XVI: “Le vocazioni sacerdotali e religiose nascono dall’esperienza dell’incontro personale con Cristo, dal dialogo sincero e confidente con Lui, per entrare nella sua volontà. È necessario, quindi, crescere nell’esperienza di fede, intesa come relazione profonda con Gesù, come ascolto interiore della sua voce, che risuona dentro di noi. Questo itinerario, che rende capaci di accogliere la chiamata di Dio, può avvenire all’interno di comunità cristiane che vivono un intenso clima di fede, una generosa testimonianza di adesione al Vangelo, una passione missionaria che induca al dono totale di sé per il Regno di Dio, alimentato dall’accostamento ai Sacramenti, in particolare all’Eucaristia, e da una fervida vita di preghiera”.
Concludendo il messaggio il Pontefice dice: “La preghiera costante e profonda fa crescere la fede della comunità cristiana, nella certezza sempre rinnovata che Dio mai abbandona il suo popolo e che lo sostiene suscitando vocazioni speciali, al sacerdozio e alla vita consacrata, perché siano segni di speranza per il mondo”.
Alla preghiera per le vocazioni, in prospettiva di fedeltà e autenticità, esorta anche il Rettor Maggiore Don Pascual Chávez. A conclusione della sua ultima Lettera - “Vocazione e formazione: dono e compito” (ACG n.416) – affida a Maria la qualità della formazione dei nuovi salesiani: “O Maria, Madre e Maestra di tutti i discepoli del tuo Figlio, noi guardiamo te e ti contempliamo come la prima Consacrata, che ha saputo rispondere con cuore indiviso e con una consegna incondizionata alla chiamata del Padre”.
Pubblicato il 19/04/2013
