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29/3/2013 - RMG - Dalla qualità della formazione dipende il futuro della Congregazione: la nuova lettera del Rettor Maggiore
Foto dell'articolo -RMG – DALLA QUALITÀ DELLA FORMAZIONE DIPENDE IL FUTURO DELLA CONGREGAZIONE: LA NUOVA LETTERA DEL RETTOR MAGGIORE

(ANS – Roma) – In concomitanza con la Solennità della Pasqua, il Rettor Maggiore consegna alla Congregazione un nuova lettera circolare. “Vocazione e formazione: dono e compito”. Essa intende illustrare la bellezza e le esigenze della vocazione e formazione salesiana, e nello stesso tempo l’attuale situazione di inconsistenza vocazionale. La lettera si divide in due parti fondamentali.

consistenza e fedeltà vocazionali
Il Rettor Maggiore evidenzia la necessità di aiutare i giovani confratelli a raggiungere una consistenza vocazionale e coloro che hanno già fatto scelte definitive a vivere la fedeltà vocazionale. La debolezza vocazionale è evidenziata in particolare dalle statistiche che il Rettor Maggiore desidera far conoscere a tutta la Congregazione per renderla consapevole dei problemi e, così, aiutarla ad assumere responsabilità.

Sono evidenziati due aspetti complementari, cause fondamentali di una mancata consistenza e fedeltà vocazionale:

  • una concezione errata di vocazione; essa talvolta viene identificata con un progetto personale motivato dalle esigenze della autorealizzazione. Per iniziare il cammino della vita consacrata salesiana ci sono spesso motivazioni non valide o deboli, talvolta anche inconsce; se non si curano le motivazioni, sarà inevitabile andare incontro alla fragilità vocazionale o alla infedeltà.
  • la cultura in cui si vive, che offre opportunità e rischi. È soprattutto la visione antropologica che costituisce una risorsa, ma anche una sfida per il cammino vocazionale. Si tratta dell’esigenza di autenticità, del senso della libertà, della storicità, della ricerca continua di esperienze, dell’apprezzamento delle relazioni e della affettività, delle difficoltà per la rinuncia e per la fedeltà, in un contesto di postmodernità e multiculturalità. Questi aspetti antropologici, pur sfidanti, sono imprescindibili per una vita consacrata che voglia essere pienamente umana e perciò credibile.

vocazione e formazione
La vocazione è a fondamento del cammino formativo e la formazione è a servizio del pieno sviluppo della vocazione. Entrambe sono sia dono che compito.

La vita di ogni persona è vocazione; la vita è perciò una risposta alla chiamata di Dio. La vocazione non è principalmente un progetto umano, ma il disegno che Dio ha su ciascuno: un disegno da riconoscere, accogliere e vivere. La scoperta della vocazione è all’origine della realizzazione della propria vita; ci vuole una vita per vivere la vocazione. È una chiamata per una missione che è affidata da Dio; non c’è vocazione senza missione. Per questo la missione, con la vocazione, dà forma e contenuto alla formazione.

La formazione è un processo continuo di identificazione con la vocazione ricevuta. Per questo la lettera presenta l’identità della vocazione consacrata salesiana e le sue metodologie formative che assicurano il processo di identificazione. L’acquisizione della identità è l’obiettivo della formazione.

Don Chávez ripropone, quali obiettivi, gli elementi fondamentali dell’identità vocazionale salesiana: inviati ai giovani (conformazione a Cristo Buon Pastore); resi fratelli da un’unica missione (la vita comune luogo e oggetto della formazione); consacrati da Dio (testimoniare la radicalità del vangelo); la condivisione della vocazione e missione (animare comunità apostoliche nello spirito di Don Bosco); nel cuore della Chiesa (contribuire alla sua edificazione); essere aperti alla realtà per inculturare il carisma.

Per assicurare l’acquisizione dell’identità e quindi favorire il processo di identificazione vocazionale, il Rettor Maggiore ricorda che la “Ratio” propone metodologie specifiche e peculiari, che occorre assumere con più consapevolezza e impegno. Si tratta di raggiungere la persona in profondità, animare un’esperienza formativa unitaria, assicurare l’ambiente formativo e la corresponsabilità di tutti, dare qualità formativa all’esperienza quotidiana, qualificare l’accompagnamento formativo, prestare attenzione al discernimento.

A conclusione della lettera il Rettor Maggiore fa un appello affinché la formazione, iniziale e permanente, diventi una “priorità assolutamente vitale” della Congregazione e, a Maria, rivolge una supplica perché accompagni, come ha fatto fin dagli inizi e in tutta la storia, la Congregazione salesiana.

La lettera del Rettor Maggiore, che apre il numero degli Atti del Consiglio Generale numero 416, è, a parte il commento alla Strenna 2014, l’ultima lettera tematica di questo mandato di Don Chávez.

Il testo integrale della lettera è disponibile, per ora, in italiano e francese. A breve sarà possibile leggerla anche nella altre lingue.

Pubblicato il 29/03/2013

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