RMG – L’importanza della preghiera per le vocazioni |
RMG – Riflettere sui dati statistici del 2012 |
(ANS – Roma) – In concomitanza con la Solennità della Pasqua, il Rettor Maggiore consegna alla Congregazione un nuova lettera circolare. “Vocazione e formazione: dono e compito”. Essa intende illustrare la bellezza e le esigenze della vocazione e formazione salesiana, e nello stesso tempo l’attuale situazione di inconsistenza vocazionale. La lettera si divide in due parti fondamentali.
consistenza e fedeltà vocazionali
Il Rettor Maggiore evidenzia la necessità di aiutare i giovani confratelli a raggiungere una consistenza vocazionale e coloro che hanno già fatto scelte definitive a vivere la fedeltà vocazionale. La debolezza vocazionale è evidenziata in particolare dalle statistiche che il Rettor Maggiore desidera far conoscere a tutta la Congregazione per renderla consapevole dei problemi e, così, aiutarla ad assumere responsabilità.
Sono evidenziati due aspetti complementari, cause fondamentali di una mancata consistenza e fedeltà vocazionale:
vocazione e formazione
La vocazione è a fondamento del cammino formativo e la formazione è a servizio del pieno sviluppo della vocazione. Entrambe sono sia dono che compito.
La vita di ogni persona è vocazione; la vita è perciò una risposta alla chiamata di Dio. La vocazione non è principalmente un progetto umano, ma il disegno che Dio ha su ciascuno: un disegno da riconoscere, accogliere e vivere. La scoperta della vocazione è all’origine della realizzazione della propria vita; ci vuole una vita per vivere la vocazione. È una chiamata per una missione che è affidata da Dio; non c’è vocazione senza missione. Per questo la missione, con la vocazione, dà forma e contenuto alla formazione.
La formazione è un processo continuo di identificazione con la vocazione ricevuta. Per questo la lettera presenta l’identità della vocazione consacrata salesiana e le sue metodologie formative che assicurano il processo di identificazione. L’acquisizione della identità è l’obiettivo della formazione.
Don Chávez ripropone, quali obiettivi, gli elementi fondamentali dell’identità vocazionale salesiana: inviati ai giovani (conformazione a Cristo Buon Pastore); resi fratelli da un’unica missione (la vita comune luogo e oggetto della formazione); consacrati da Dio (testimoniare la radicalità del vangelo); la condivisione della vocazione e missione (animare comunità apostoliche nello spirito di Don Bosco); nel cuore della Chiesa (contribuire alla sua edificazione); essere aperti alla realtà per inculturare il carisma.
Per assicurare l’acquisizione dell’identità e quindi favorire il processo di identificazione vocazionale, il Rettor Maggiore ricorda che la “Ratio” propone metodologie specifiche e peculiari, che occorre assumere con più consapevolezza e impegno. Si tratta di raggiungere la persona in profondità, animare un’esperienza formativa unitaria, assicurare l’ambiente formativo e la corresponsabilità di tutti, dare qualità formativa all’esperienza quotidiana, qualificare l’accompagnamento formativo, prestare attenzione al discernimento.
A conclusione della lettera il Rettor Maggiore fa un appello affinché la formazione, iniziale e permanente, diventi una “priorità assolutamente vitale” della Congregazione e, a Maria, rivolge una supplica perché accompagni, come ha fatto fin dagli inizi e in tutta la storia, la Congregazione salesiana.
La lettera del Rettor Maggiore, che apre il numero degli Atti del Consiglio Generale numero 416, è, a parte il commento alla Strenna 2014, l’ultima lettera tematica di questo mandato di Don Chávez.
Il testo integrale della lettera è disponibile, per ora, in italiano e francese. A breve sarà possibile leggerla anche nella altre lingue.
Pubblicato il 29/03/2013