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31/1/2013 - Gran Bretagna - La visita di Don Bosco, parla l’Ispettore
Foto dell'articolo -GRAN BRETAGNA – LA VISITA DI DON BOSCO, PARLA L’ISPETTORE

(ANS – Londra) – “Un evento che è andato di gran lunga al di sopra delle aspettative”. Non usa mezzi termini don Martin Coyle, Ispettore della Gran Bretagna, per descrivere l’impatto che la peregrinazione delle reliquie di Don Bosco ha avuto nella sua Ispettoria. In un’intervista ad ANS don Coyle racconta nel dettaglio cos’è stato e quanto ha significato questa visita per il Regno Unito salesiano.

La peregrinazione dell’urna di Don Bosco si è conclusa da pochi giorni. Quali sono le sue prime impressioni?
Credo che la peregrinazione delle reliquie di Don Bosco sia stato un momento di vera benedizione per la nostra Ispettoria e per la Chiesa locale. Molte, molte persone sono venute in pellegrinaggio a pregare alla presenza delle reliquie. Abbiamo ricevuto un’accoglienza molto calorosa in ciascuna delle Cattedrali che ci hanno ospitato ed è stata un’esperienza davvero bella come Chiesa. La creazione di una “équipe di viaggio” che ha guidato i pellegrini, composta da un gruppetto di giovani e Salesiani che hanno viaggiato per l’intero percorso della peregrinazione, è stato un elemento molto significativo di quest’esperienza. Ha creato una comunità, è stata espressione visibile della Famiglia Salesiana e ha riportato in vita il modello di Valdocco: loro hanno permesso che la peregrinazione avesse luogo!

Come vi siete preparati e quali particolari scelte organizzative avete fatto?
La preparazione nel corso degli ultimi 4 mesi è stata intensa. Abbiamo deciso di non portare la peregrinazione nelle nostre opere salesiane, ma d’impegnarci con la Chiesa locale e abbiamo visitato ciascuna delle Cattedrali Metropolitane in Scozia, Inghilterra e Galles. Questo ha significato un lavoro organizzativo molto più complesso. Ci siamo avvalsi dei servizi di Gerry Kehoe, un exallievo dell’Istituto Salesiano di Battersea, Londra, in qualità di “Direttore operativo” della Peregrinazione. Gerry ha una vasta esperienza nella gestione di eventi, è stato coinvolto nella visita del Papa al Regno Unito nel 2010, e alle Olimpiadi di Londra del 2012. Abbiamo creato un gruppo di lavoro, composto da Salesiani, Figlie di Maria Ausiliatrice e giovani laici e ci siamo suddivisi le responsabilità dell’organizzazione. Abbiamo cercato dei volontari che accompagnassero tutta la peregrinazione e abbiamo riunito oltre 30 persone, tra giovani, salesiani e membri dell’équipe che hanno viaggiato e animato ovunque lungo il percorso. Sono stati meravigliosi, veramente loro hanno permesso di dar vita alla peregrinazione, e ai pellegrini di conoscere la Famiglia Salesiana in azione.
Ci siamo impegnati con i media e abbiamo ricevuto una copertura molto buona e positiva, e abbiamo anche inviato materiale promozionale ad ogni parrocchia in Scozia, Inghilterra e Galles.
Abbiamo creato l’“Esperienza Pellegrino” una mostra mobile composta da una serie di pannelli che permettevano ai pellegrini di conoscere la vita di Don Bosco, il sogno delle rose, la sua pedagogia, il Sistema Preventivo, la sua spiritualità… per portarli fino ad un incontro sereno e personale di preghiera davanti alle reliquie di Don Bosco. Abbiamo presentato tutto questo come una “spiritualità equilibrata per tutti”.

Come tutto questo è stato recepito dalla gente, dai salesiani dell’Ispettoria, dalla Chiesa locale e dai media?
C’è stata una risposta molto positiva da parte di tutti. Alcuni, forse anche dei miei confratelli, all’inizio erano scettici, ma non appena è iniziata la pianificazione e poi la realizzazione, la risposta è stata positiva. Complessivamente, circa 20.000 persone hanno partecipato, nelle varie sedi! Tutti hanno sperimentato il “carisma vivo” di Don Bosco nella Famiglia Salesiana, tutti sono stati accolti e invitati alla “Esperienza Pellegrino”, alle occasioni di preghiera e alle liturgie penitenziali e, dovunque l’urna si è fermata è sempre stata celebrata l’Eucaristia.
Abbiamo ricevuto un’accoglienza molto calorosa in ogni Cattedrale e, a seconda della disponibilità, a presiedere c’era sempre l’Arcivescovo o il Vescovo o l’ausiliario. È stata una vera opportunità per i Salesiani e la Famiglia Salesiana di impegnarsi con la gerarchia ecclesiastica e la Chiesa locale come mai prima d’ora.
C’è stata anche una copertura molto buona da parte della stampa nazionale cattolica e pure sui media nazionali: un link dalla homepage del sito della BBC, un segmento informativo delle notizie della BBC nord ovest, un servizio di 4 minuti sul programma “Radio 4 Sunday”, sempre della BBC, una fotografia sul quotidiano nazionale “The Guardian” e un articolo a tutta pagina sul quotidiano locale “Liverpool Echo”.

Quali erano le aspettative prima dell’arrivo dell’urna?
Non so dire con certezza. Avevo dedicato molto tempo e fatica a questo progetto e così desideravo solo che tutto si svolgesse senza problemi e che avesse un impatto reale nella nostra Ispettoria, nel nostro paese e nella nostra Chiesa. Penso che sia andata di gran lunga al di sopra delle mie aspettative! Sono state migliaia le persone arrivate in pellegrinaggio, giovani e anziani, mi ha sorpreso tutto ciò.

E adesso quali risultati sperate di ottenere come effetto della peregrinazione?
Mi auguro che i Salesiani e la Famiglia Salesiana si siano ormai affermati come una parte vitale e rilevante della Chiesa nel Regno Unito, con una spiritualità ragionevole, che si può proporre a tutti. Spero che ci siamo ricollegati con molta gente che in passato aveva qualche legame col mondo salesiano (confratelli che hanno lasciato, exallievi, collaboratori, familiari e amici), e stabilito un nuovo contatto con chi vuole conoscere meglio Don Bosco e i Salesiani. Spero che da questi contatti possa venire il desiderio di unirsi ai Salesiani o di contribuire alla nostra missione come volontari.

E poi voglio aggiungere una cosa: vorrei parlare di un momento cruciale, dal punto di vista personale, dell’esperienza della peregrinazione, quello che ritengo sia stato un evento unico. Domenica 13 gennaio ho accompagnato le reliquie di Don Bosco tra i giovani del carcere minorile del “Feltham Institute” di Londra, che ospita 700 detenuti di età compresa tra 14 e i 21 anni, dei quali 120 cattolici. Mons. Alan Hopes, vescovo ausiliare di Westminster, ha presieduto le due messe del mattino, affiancato da don Roger Reader, il cappellano. 80 giovani hanno partecipato alle Messe ed è stato un momento molto forte e toccante della peregrinazione. Mi sono sentito molto vicino a Don Bosco, che era solito visitare le carceri di Torino. Al termine di entrambe le messe, partecipate con estrema attenzione e devozione, i ragazzi sono stati invitati a farsi avanti per venerare la reliquia e pregare. Nelle due omelie ho detto loro “che Don Bosco era il loro Santo particolare in Paradiso”, e li ho incoraggiati a “sforzarsi di trovare il bene in se stessi e negli altri”.
So che le reliquie di Don Bosco hanno visitato un carcere ordinario a Roma, all’inizio della peregrinazione, ma credo che questa sia stato il primo carcere minorile visitato dalle reliquie. È stato molto particolare, un’esperienza speciale e privilegiata. In qualche modo non posso fare a meno di pensare che Don Bosco ne sarebbe stato felice!

Pubblicato il 31/01/2013

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