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1/10/2012 - Italia - Impegno per i giovani, nuovi contesti e nuovi evangelizzatori
Foto dell'articolo -ITALIA – IMPEGNO PER I GIOVANI, NUOVI CONTESTI E NUOVI EVANGELIZZATORI
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(ANS – Torino) – Si è rinnovato al Colle Don Bosco e Valdocco l’appuntamento missionario che negli ultimi anni vede riuniti i giovani impegnati nel volontariato e i missionari in partenza, religiosi e laici, Salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice. Il Rettor Maggiore ha avuto parole serie e profonde sulle finalità educative di Don Bosco, sulla attuale realtà dei giovani e sugli atteggiamenti del missionario.

Nel teatro di Valdocco, Don Chávez ha ricordato che per Don Bosco l’allegria, i canti, le passeggiate erano mezzi per raggiungere i ragazzi e proporre loro di “essere felici nel tempo e nell’eternità”. Una felicità che oggi i giovani non perseguono più o che confondono con l’autorealizzazione immediata. Don Bosco intendeva la felicità come vissuta e proposta da Gesù che ha saputo consegnarsi totalmente a Dio e agli altri.

Il Rettor Maggiore ha ricordato come i giovani oggi siano collocati in un’area di indifferenza e impotenza. Un po’ per scelta personale, quando essi stessi privilegiano il particolare, magari enfatizzando le relazioni virtuali e svuotando quelle reali; e un po’ perché bloccati da scelte sociali e politiche che atrofizzano il loro futuro. I giovani oggi – riferendosi alla realtà occidentale – sono privati del diritto al lavoro, al loro futuro.

L’azione educativa ed evangelizzatrice salesiana, che sempre si è coniugata con la tutela e la promozione dei diritti umani, oggi deve inserirsi nell’orizzonte della nuova evangelizzazione e necessita di operatori ed educatori che siano in sintonia con le nuove sfide della cultura.

La vocazione missionaria è un dono dello Spirito “che chiama incessantemente tutti i cristiani ad essere discepoli, testimoni ed apostoli del Signore Crocifisso e Risorto e ad andare ovunque”, ha detto il Rettor Maggiore nel corso dell’omelia tenuta durante la celebrazione eucaristica per il mandato missionario.

I missionari salesiani in partenza, chiamati ad essere segno e portatori dell’amore di Dio, si trovano ad operare in un contesto nuovo non solo dal punta di vista geografico – tutta la terra è oggi di missione – ma  soprattutto perché caratterizzato da una serie di nuovi scenari in cui si vive la vita umana e si sviluppa la missione della Chiesa: economia, politica, integralismi religiosi, progresso della ricerca scientifica e tecnologica svincolate da un’etica sui valori fondamentali, la comunicazione sociale che offre servizi nuovi all’umanità ma apre nuove sfide.

La Chiesa, che si sta impegnando per una nuova evangelizzazione, vuole rispondere in maniera positiva ai grandi bisogni dell’uomo: “Vuole trasmettere davvero una buona novella che riempia di luce, di senso e di speranza la sua vita. – ha detto il Rettor Maggiore - Da qui il bisogno di essere grandi, gioiosi e convinti credenti capaci di trasmettere la fede, certi che solo in Cristo l’uomo può raggiungere la pienezza di vita, la fecondità duratura, e la felicità cui aspira”. 

Commentando le letture della XXVI domenica del tempo ordinario, Don Chávez ha indicato ai missionari alcuni atteggiamenti per essere amministratori e non possessori dello Spirito, attenti a quei semi di Verità presenti nelle altre realtà, aperti al dialogo: “Soprattutto chi annuncia il Vangelo deve saper scoprire i punti di contatto con gli altri per innestarvi, direi quasi naturalmente, il messaggio della salvezza. Solo così la fede non diventerà mai ‘polemica’ ed emarginante, ma solo ed essenzialmente aggregante e ‘caritativa’, e perciò sempre aperta al dialogo interculturale e interreligioso. E più avanti: “Il cristianesimo non è un’etichettatura, ma una prassi di vita, che talvolta si trova misteriosamente anche in chi cristiano non è”!

Al termine dell’omelia si è svolto, in semplicità e profonda devozione, la consegna del crocifisso missionario ai 45 Salesiani, 15 Figlie di Maria Ausiliatrice e 11 laici italiani e polacchi. Un gesto che ha ricordato come nella stessa basilica l’11 novembre 1875 Don Bosco affidò ai primi salesiani in partenza per la Patagonia argentina lo stesso impegno: essere segno e portatori dell’amore di Dio ai giovani.

Il testo integrale dell’omelia del Rettor Maggiore è disponibile in questa lingua su sdb.org.

Pubblicato il 01/10/2012

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