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18/6/2012 - Spagna - Quanto spazio siamo disposti a lasciare ai giovani?
Foto dell'articolo -SPAGNA – QUANTO SPAZIO SIAMO DISPOSTI A LASCIARE AI GIOVANI?
Fotografia disponibile in Image Bank

(ANS – Barcellona) – La Federazione dei Centri Giovanili Don Bosco della Catalogna (FCJDBC) ha organizzato il 6 giugno a Barcellona una tavola rotonda con vari esperti di tematiche giovanili. Il confronto è stato un’occasione per condividere e valutare le opinioni delle diverse organizzazioni e autorità in relazione a varie tematiche giovanili, quali: le nuove forme di svago, il volontariato e la partecipazione dei giovani, l’attenzione alla diversità e all’interculturalità, l’occupazione e l’emancipazione.

Alla tavola rotonda hanno preso parte rappresentanti della Generalità della Catalogna, il Comune di Barcellona, membri dell’arcivescovado, dell’Università, associazioni e scuole. Un punto di accordo si è trovato nel ritenere che le politiche giovanili non possano essere un comparto immobile, ma che devono essere applicate in maniera trasversale a tutte le politiche amministrative e, in particolare, nei settori propri dell’educazione, della salute e del lavoro.

Diversi sono stati gli interrogativi e gli stimoli presentati e sviluppati nell’arco della giornata:

  • “I ​​giovani hanno bisogno di una partecipazione reale. Qualcuno ha chiesto ai giovani cosa è importante per loro?”;
  • “I giovani, nella situazione attuale, per quanto possano fare non vedono alcuna via d’uscita”;
  • “Ci sono tre problemi principali: la disoccupazione giovanile, i problemi di accesso alla casa e il pericolo che si perda un’educazione pubblica di qualità”.
  • “Non s’intravvedono politiche per invertire l’occupazione”;
  • “Nuove forme di partecipazione come il movimento ‘M-15’ (noto come il movimento degli “indignados”, ndr) hanno un potenziale molto grande, anche se talvolta si è tentato di criminalizzarlo. Si tratta di una partecipazione assembleare organizzata nei quartieri, nella quale le persone propongono argomenti che li riguardano”;
  • “La partecipazione dei giovani non incide abbastanza negli affari pubblici”;
  • “Mancano dei leader o dei punti di riferimento nei quali i giovani possano trovare dei modelli da seguire e che li possano accompagnare”;
  • “Tutto cambia e le associazioni devono adattarsi ai nuovi cambiamenti”;
  • “I giovani si relazionano meglio ai progetti con un impatto diretto”;
  • “Bisogna trovare le risorse per continuare a lavorare per i giovani e per promuovere degli spazi di riunione”;
  • “È necessaria una formazione più personalizzata per i giovani”;
  • “Bisogna ascoltare meglio la mobilitazione sociale dei giovani”;
  • “Non bisogna dimenticare l’interiorità dei giovani”;
  • “I giovani trovano delle difficoltà a definire un progetto di vita”;
  • “Aprire ai giovani gli spazi come le parrocchie!”;
  • “Si dovrebbe insegnare a partecipare!”;
  • “Dobbiamo reintrodurre il concetto di servizio in una società segnata dal consumo”;
  • “C’è da valorizzare ciò che sappiamo fare e che facciamo bene, che non è poca cosa”;
  • “L’inclusione delle persone che si avvicinano alle associazioni è uno degli obiettivi da raggiungere. Ed è anche la chiave per avviare il processo di coesione sociale e di arricchimento culturale”.

La tavola rotonda è servita anche alla FCJDBC per preparare il 17° Congresso statale dei Centri Giovanili Salesiani, in programma il prossimo ottobre a Logroño. Alle idee emerse dal confronto pubblico di Barcellona si aggiungeranno anche le riflessioni maturate in un confronto analogo realizzato a livello interno nel fine settimana.

Pubblicato il 18/06/2012

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