(ANS – Bamako) – Instabilità e incertezza sono le parole che definiscono la situazione nella quale si trova attualmente il Mali. La regione settentrionale rischia di sfuggire sempre più al controllo statale e secondo le prime stime già varie centinaia di migliaia di persone hanno abbandonato le loro case. Appello della Procura missionaria salesiana di Madrid.

Il 22 maggio scade il mandato di Traoré, il Presidente ad interim del Mali. Finora non è stata adottata alcuna misura per delle nuove elezioni nel paese e la situazione è sempre più grave. Oltre 300.000 persone sono fuggite dalle loro case. Molti scappano in altri paesi, altri vanno a Bamako. Da ieri, 17 maggio, i Salesiani hanno iniziato ad ospitare in uno dei loro centri i rifugiati fuggiti dal nord.

In quella regione, infatti, le cose sembrano complicarsi. Pare che gruppi islamisti provenienti dal Pakistan si stiano muovendo e si teme che il nord del paese possa diventare una piattaforma per il traffico di stupefacenti e di armi. Questi gruppi stanno anche raccogliendo dei giovani per formarli ad essere dei guerriglieri.

Oltre all’instabilità politica e al conflitto armato nel nord, c’è da considerare anche la siccità e la scarsità di cibo, che si fa sentire soprattutto nelle zone rurali, dove molte persone sono a grave rischio.

La mancanza di pioggia e il conflitto hanno fatto sì che gli agricoltori della zona siano ora senza risorse e molte famiglie stanno soffrendo. Nelle ultime settimane, Caritas Internationalis, le parrocchie e i Salesiani stanno organizzando delle riunioni per organizzare la distribuzione di cibo nelle zone rurali e tra gli sfollati.

La Procura missionaria di Madrid ha lanciato un appello agli organismi internazionali per porre un freno a questa situazione e invoca la solidarietà della società per alleviare le sofferenze della popolazione.

Pubblicato il 18/05/2012