(ANS – Roma) – Nei giorni scorsi Don Pascual Chávez, Rettor Maggiore dei Salesiani, ha concesso un’intervista a “Vatican Insider”, nella quale ha espresso le sue considerazioni sulla realtà latinoamericana che attende il Papa, partito proprio oggi per un Viaggio Apostolico in Messico e a Cuba. Riproponiamo qui alcuni passaggi dell’intervista.
L’America Latina, e i paesi di Cuba e del Messico in particolare, sono in una fase di profonda trasformazione, che riguarda vari livelli: politico, economico, sociale, culturale. Sono cambiamenti che interpellano inevitabilmente anche la Chiesa, e quindi il Papa, chiamato ad essere il Pastore del popolo cristiano universale.
“Cuba sta vivendo una fase di transizione, (…) in cui, per un verso, si continua a ribadire la validità idealista o ideologica del comunismo e (…), per un altro, si rende sempre più visibile una crescente liberalizzazione verso un’economia di mercato”, osserva Don Chávez. Ma il mutamento avviene anche nell’ambito della libertà religiosa, sebbene il cammino da compiere sia ancora lungo: “La vita ecclesiale – aggiunge il Rettor Maggiore – prende sempre di più il suo ritmo normale, anche se praticamente ridotta al culto, all’evangelizzazione e alla catechesi”.
Lo sguardo del Rettor Maggiore si sposta poi sul “suo” Messico, segnato da mesi di violenze, che hanno causato migliaia di morti ed evidenziato l’assenza di un vero stato di diritto. Eppure, non bisogna neanche dimenticare la profonda religiosità dei cittadini messicani: “il Papa troverà un popolo che continua a essere profondamente religioso, mariano ‘guadalupano’, anche se sempre più sfidato dalle sette e dalla secolarizzazione”.
Nel complesso del continente latinoamericano, il Rettor Maggiore individua uno sviluppo a due velocità: “mentre alcuni paesi si sono consolidati economicamente, come il Brasile, l’Argentina, il Cile, il Messico, altri continuano a essere molto poveri. Mentre in alcuni paesi le democrazie si sono irrobustite, in altri c’è la rinascita del ‘caudillismo’ e di un populismo di stampo diverso”.
Da ultimo, Don Chávez esprime tutta la sua fiducia a Benedetto XVI in vista degli incontri con i cittadini di Messico e Cuba: “Benedetto XVI sembra cercare di diminuire la sua immagine, affinché Cristo cresca nella mente e nel cuore delle persone o dei gruppi che incontra. La sua innegabile qualità teologica gli permette di annunciare il Vangelo in un linguaggio che lo rende comprensibile e rilevante per la persona d’oggi, cercando di suscitare quegli interrogativi dell’esistenza umana che possono aprire cammini di ricerca verso Dio (…). Per me Benedetto XVI rappresenta il Papa di cui ha bisogno la Chiesa di oggi”.
Pubblicato il 23/03/2012