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22/2/2012 - Sri Lanka - Ex-bambine soldato: l’impegno delle Figlie di Maria Ausiliatrice
Foto dell'articolo -SRI LANKA – EX-BAMBINE SOLDATO: L’IMPEGNO DELLE FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE

(ANS – Negombo) – Circa il 40% dei minori impegnati nei conflitti sono di sesso femminile. Eppure delle bambine e delle ragazze soldato non si parla quasi mai. Vittime, come e forse più dei loro coetanei maschi, necessitano di cure e sostegno anche una volta terminati i conflitti. In Sri Lanka, le Figlie di Maria Ausiliatrice si occupano di loro.

La vita delle bambine soldato è molto dura e il loro ruolo è molteplice. Piccolissime, appena catturare, fanno le sguattere per i soldati, cucinano, raccolgono le provviste e una volta nella pubertà, sono costrette a sposare il capo dei guerriglieri. Altre vengono schiavizzate dai soldati che abusano di loro e altre ancora ricoprono un ruolo attivo nella guerriglia combattendo, facendo le spie e diventando informatrici.

I problemi per queste giovani donne non terminano con la fine della guerra, perché, una volta tornate nei loro villaggi, spesso con figli al seguito, vengono escluse dalle stesse famiglie e continuano a risentire dei disagi psicologici e fisici maturati nei conflitti.

Nello Sri Lanka dilaniato da una guerra civile durata 25 anni, gli scontri, iniziati nel 1983 e terminati nel 2009, hanno generato oltre 280mila rifugiati di guerra, in maggioranza giovani. “Una volta finito il conflitto – racconta suor Maryann Fernando direttrice della casa Maria Ausiliatrice a Negombo nel sud dello Sri Lanka – il governo cercava disperatamente qualche organismo non governativo che li riabilitasse, prendendosene cura. Punitha Nayagam, avvocato leader di Vavuniya, e il suo amico Alexander magistrato giudice, hanno contattato i dirigenti ecclesiastici chiedendo loro di aprire una casa, affinché i ragazzi orfani di guerra venissero presi in carico e riabilitati. E noi abbiamo accettato”.

In varie occasioni le FMA sono state pressate affinché accettassero determinate ragazze, ma la comunità ha insistito per mantenere la propria autonomia e rispettare il proprio carisma: “All’inizio ci hanno chiesto di fare qualche cambio nel sistema di ammissione (…) volevano assolutamente che ci prendessimo cura delle ragazze che essi ci affidavano, ma noi abbiamo deciso di accettare le giovani più vulnerabili quelle veramente povere ed emarginate. Abbiamo attivato anche una breve permanenza in casa quando le bambine non riuscivano a localizzare i genitori”.

A Vavuniya, città spesso teatro di scontri tra governo e Tigri Tamil, le FMA gestiscono la “Casa per ragazze combattenti ed ex-soldati” che ospita 173 ragazze. Di queste 77 frequentano tra il VI e il XIII corso e 80 sono orfane. La più giovane ha 3 anni ed è all’asilo. Una ragazza studia all’università, 20 seguono corsi professionali e 2 il corso di fisioterapia. Dieci, tra le maggiorenni, lavorano.

“Il rendimento scolastico delle ragazze risente molto delle conseguenze della guerra e per tutte loro c’è un sistema di tutor. (…) I traumi subiti durante la guerra hanno lasciato segni indelebili: molte soffrono di disagi psichici legati alla depressione. Altre hanno ferite da guerra mal curate, che si portano dietro da anni”.

Le iniziative delle FMA sono volte a sostenere la salute fisica e psichica, l’educazione e la formazione spirituale; sono inoltre attive collaborazioni con altre realtà non governative internazionali, quali Croce Rossa Internazionale, Unicef e World Food Program e nazionali come il Social Economical and Environmental Developers (SEED) e lo SHADE che collaborano settimanalmente con l’opera “Don Bosco Children’s Home”.

L’esperienza della FMA nello Sri Lanka è stata presentata da sr Mary Ann Fernando nel corso dell’ultima edizione delle Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana.

Pubblicato il 22/02/2012

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