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27/10/2011 - Marocco - “Diventare l’amico fidato”
Foto dell'articolo -MAROCCO – “DIVENTARE L’AMICO FIDATO”
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(ANS – Kenitra) – La scuola salesiana di Kenitra, in Marocco, offre ai suoi allievi formazione integrale, senza dar conto alle differenze di credo religioso. Da circa un mese nell’opera lavora anche don Isidore Mbokolo, partito con la 142ª Spedizione Missionaria, che intende dare il suo contributo ai giovani attraverso l’amicizia e la confidenza.

A Kentira don Mbokolo, originario della Rep. Dem. del Congo, ha già iniziato a lavorare per e con i giovani della Scuola di Formazione Professionale in Elettricità (JUK SPEL), in collaborazione con i due salesiani già presenti. L’opera ha già un’ottima fama: “la nostra presenza è conosciuta e apprezzata, per la serietà del lavoro, l’educazione bilingue franco-araba e i suoi progetti educativi”; ma l’obiettivo della comunità è più ambizioso: “preparare una via per quelli che verranno dopo, affinché trovino una popolazione amica e fiduciosa” riporta don Mbokolo.

Per farlo, in un paese ufficialmente mussulmano, dove il cristianesimo è ammesso ma non è possibile fare evangelizzazione esplicita, è fondamentale creare relazioni di amicizia e fraternità: “dobbiamo farci accettare dai mussulmani, diventare per loro l’amico fidato, da cui si va quando si è in dubbio o nelle difficoltà, la saggezza e la giustizia su cui contare. Solo una volta arrivati fin là potremmo far bene alle loro anime”.

Prosegue il missionario: “Il nostro primo dovere è ispirare fiducia assoluta nella nostra genuinità, nella rettitudine del nostro carattere e nella buona educazione delle scuole di Don Bosco, dare un’idea della nostra religione attraverso la nostra gentilezza e le nostre virtù, creare rapporti affettuosi quanto più possibile, con musulmani o cristiani, popolazione locale o francese…”.

Come modelli ispirativi della sua missione ha scelto il beato Charles de Foucauld e, naturalmente, Don Bosco. Così desidera che per l’opera di Kenitra valga l’augurio che Charles de Foucauld faceva per la sua Fraternità: “Che tutti sappiano in lungo e in largo che è una casa di Dio, dove tutti i poveri, tutti gli ospiti, tutti i malati sono sempre invitati, chiamati, desiderati, accolti con gioia e gratitudine dai loro fratelli, che l’amano e se ne prendono cura, e che vedono nel loro arrivo sotto lo stesso tetto l’arrivo di un tesoro: ed essi sono veramente il tesoro dei tesori: Gesù stesso”.

Da Don Bosco il missionario ha imparato, invece, come declinare quest’amore. “E la bontà che si esprime nel motto della Congregazione ‘Da mihi animas cetera tolle’ e nella frase ‘Basta che siate giovani perché io vi ami assai’”.

Pubblicato il 27/10/2011 

comunica ANS news


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