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25/10/2011 - Angola - Alla “scuola di vita” di Lixeira
Foto dell'articolo -ANGOLA – ALLA “SCUOLA DI VITA” DI LIXEIRA
Fotografia disponibile in Image Bank

(ANS – Luanda) – Don Santiago Boix, salesiano uruguayano, ha ricevuto il mandato missionario lo scorso 25 settembre, ma già dal 2009 si trovava in missione in Angola, nella capitale. Ora vi è ritornato e racconta alcune esperienze che lo hanno arricchito.

È stato mandato in uno dei quartieri più poveri e violenti di Luanda, che non a caso è chiamato “Lixeira” (spazzatura). Il suo occhio però va oltre il primo impatto: “Quando ai missionari in Africa si chiede di parlare della missione spesso si riporta solo ciò che facciamo, la povertà, gli stenti... Voglio iniziare con qualcosa di diverso, che potremmo titolare ‘La scuola di vita’”.

A questa scuola ha preso diverse lezioni. La prima fu appena arrivato. I ragazzi lo invitarono sul campo da basket e gli dissero che volevano alcune cose da lui. “Subito pensai volessero un nuovo pallone o allenatore – ammette don Boix – ma no! Mi dissero: ‘abbiamo bisogno di un direttore spirituale, qualcuno che stia con noi e animi la nostra fede, e vogliamo che sia tu’. Imparai allora la prima lezione: il primo posto nel cuore è per Dio, e la mia missione era camminare insieme ai ragazzi sui passi di Gesù. Il resto era secondario”.

La seconda capitò poco dopo, quando alcuni animatori tornarono tristi all’opera perché erano stati mandati via da una casa di bianchi all’ora di pranzo. “Ho capito che a questa scuola c’è sempre un posto per una persona o 2 o anche 10 in più! La famiglia è molto più dei legami di sangue o dei vincoli... la solidarietà, l’ospitalità, la cura per gli altri sono cose naturali che, purtroppo, nella nostra cultura, abbiamo dimenticato perché recintati con cancelli e allarmi. Questa era la lezione della solidarietà tra i poveri, degli amici di Gesù”.

La terza, tra le molte, riguarda l’uso del tempo. Una volta una donna venne a chiedere a don Boix di benedirle il figlio ammalato, rimasto a casa. Don Boix aveva preso già molti impegni, ma accettò perché la donna le disse che la casa era molto vicina. “In realtà era molto lontana, ma solo per me, che mi preoccupavo dei miei affari e non della carità. Dopo molto tempo siamo arrivati​​, abbiamo pregato ed è stato tutto molto bello. Da lì sono passato in un’altra casa e un’altra... Ho imparato che Gesù ha bisogno di essere curato negli infermi (...) e che a volte corriamo dietro a ciò che non è importante”.

“Lixeira – conclude don Boix – è una grande scuola di vita, dove Dio è presente realmente in modo molto chiaro, e penso che molte persone siano sante, molti giovani in particolare, anche se non saliranno mai agli altari o non gli dedicheranno santini. (...) Così, a questa scuola sto imparando che le cose essenziali della vita sono poche, che la felicità è nel poco, o meglio, è una cosa sola: Gesù Cristo. Lo sapevo da prima, ma ora, qui, nella ‘spazzatura’ con loro, lo sento, lo sperimento e lo sfrutto infinitamente fino a che Dio me lo permetterà”.

Su ANSChannel è presente un video nel quale il missionario racconta la storia della sua vocazione.

Pubblicato il 25/10/2011 

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