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14/9/2011 - Togo - Testimonianza di una Comunità Missionaria
Foto dell'articolo -TOGO – TESTIMONIANZA DI UNA COMUNITÀ MISSIONARIA

(ANS – Cinkassé) – In vista della 142ª Spedizione Missionaria, don Antonio Gutierrez, missionario salesiano a Cinkassé, ripercorre i suoi ultimi sei anni di vita e fa una lettura della comunità che lo accompagna e della disponibilità che richiede la vita missionaria: in particolare, l’importanza dell’apprendimento e dell’adattamento alla cultura in cui si opera.

Don Gutierrez parte da una convinzione: “siamo una comunità che lavora, prega e si fa in quattro per la gente di Cinkassé; è Dio che ci ha permesso di vivere un tempo e fare un’esperienza che non avremmo mai potuto immaginare.

Siamo quattro salesiani. Valerio Zudaire, di 80 anni, gran sognatore, sa dire la parola giusta al momento giusto ed è lui che anima l’oratorio e la famiglia salesiana, e  celebra le messe, confessa, porta la comunione ai malati, si occupa dei campi, lo sport e di tutti gli imprevisti.

John è un sacerdote ordinato di recente, è colombiano. È responsabile della pastorale giovanile nella parrocchia, economo, direttore della scuola; insegna, anima le attività giovanili, presenta dei film nel villaggio il mercoledì pomeriggio, si dedica ai vari progetti, alle messe a tutte le ore del giorno, al catechismo per la Cresima e a far sì che la scuola funzioni sempre molto bene.

Da un anno è arrivato anche il giovane togolese Magliore Kpanouque, che ha completato i suoi studi di filosofia e aspetta di frequentare il corso di teologia l’anno prossimo. Sta compiendo il suo tirocinio nella scuola, dove dà un buon numero di lezioni, si occupa dello studentato e del catechismo, segue i ministranti, i gruppi di bambini e accompagna don Zudaire quando va nei villaggi a dire massa.

Ed io – dice don Gutierrez – in qualità di parroco mi occupo di seguire le attività della parrocchia, organizzare la catechesi, i sacramenti, la pastorale, i diversi gruppi, il lavoro di sviluppo nei villaggi e le costruzioni. Ricordo di aver iniziato facendo incontri con i giovani e gli adulti, per conoscere la situazione della gente.

Mi sono sforzato di apprendere la lingua locale, ma non sono riuscito ad arrivare a parlarla fluentemente. Dico la messa e le preghiere, posso leggere e farmi capire, ma non ho la padronanza che mi sarebbe piaciuta avere. Forse questa è una buona lezione per quando si deve iniziare da qualche altra parte: dedicare del tempo all’inizio all’apprendimento, finché non s’impara. ‘Una chiave apre una porta, una lingua apre il cuore’.

C’è una realtà molto positiva di accompagnamento delle coppie, e loro ormai offrono una buona testimonianza. Nella sua visita pastorale il vescovo ha detto di voler diffondere questo modello in tutta la diocesi. La costruzione dei pozzi ha dato un grande beneficio alla gente, come pure il lavoro per l’alfabetizzazione, il rimboschimento e la concimazione. Anche le Suore dell’Adorazione si sono affacciate nella nostra parrocchia e stanno affiancando le donne nell’alfabetizzazione, il microcredito e altre attività.

Tutto è fatto con il desiderio di servire questa gente ed essere loro utili, con una presenza evangelizzatrice”.

Pubblicato il 14/09/2011

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