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RMG – L’inculturazione del carisma salesiano |
INTERVISTA SULLA “FEDELTA’ VOCAZIONALE” |
Interpellato per presentare gli Orientamenti apparsi sugli Atti del Consiglio Generale 410, don Cereda ha delineato con precisione il significato della “Fedeltà Vocazionale” che viene richiesta oggi al consacrato salesiano. In primo luogo il Consigliere considera i limiti della fedeltà, ossia le fragilità psicologica, vocazionale e formativa, che ogni formatore deve tenere presente per accompagnare i confratelli di cui è incaricato.
Nell’anno in cui tutta la Famiglia Salesiana riflette sul senso del “Venite e Vedrete”, don Cereda ricorda anche come nella vita consacrata s’incontrano due fedeltà: quella di Dio e quella dell’uomo, chiamato a sviluppare la propria sul modello di quella divina.
L’analisi del Consigliere pone attenzione anche alla disciplina religiosa, strettamente correlata alla fedeltà vocazionale: “la fedeltà vocazionale è la mistica della vocazione, mentre la disciplina religiosa ne è l’ascetica. Anche in questo caso la mistica e l’ascesi vanno sempre coltivate insieme”.
Don Cereda ricorda, infine, come in vista del bicentenario della nascita di Don Bosco la conoscenza, l’amore e la riconoscenza per il suo carisma possono svolgere un importante ruolo nel suscitare fedeltà vocazionale.
Il testo completo dell’intervista è disponibile nella sezione Service di ANS.
Pubblicato il 17/06/2011