Costa d’Avorio – Ancora paura e molti problemi |
Costa d’Avorio – Centinaia di morti attorno alla missione salesiana |
I salesiani possiedono tre presenze nel paese: a Korhogo, nel nord; a Duekoué, nella regione occidentale; e ad Abidjan, capitale politica ed economica.
A Korhogo la comunità è composta da cinque salesiani che curano un istituto secondario e una parrocchia – che continuano ad accogliere gli studenti e a servire i fedeli – oltre alle attività tipicamente salesiane con bambini e giovani che hanno luogo nelle strutture della missione. La situazione nella città è tranquilla e lo stesso si può dire della comunità e delle attività dei salesiani.
La comunità di Duékoué, composta da tre salesiani, anima una parrocchia, un centro di formazione professionale e un pensionato. La città è stata teatro di molti conflitti e nei giorni scorsi è stata presa dalle truppe repubblicane di Ouattara. La parrocchia è stata rispettata, anche se alcuni elementi incontrollati sono entrati all’interno della missione andandosene poi senza fare del male ai rifugiati lì presenti o alla comunità. Nella città ci sono state molte vittime, di entrambe le parti, ma l’etnia locale guéré è stata particolarmente colpita. Non è facile fare il conto dei morti, ma si calcola che siano stati circa 800.
Il numero attuale dei profughi nella missione è di circa 20.000. I Salesiani, assistiti da personale sanitario, Croce Rossa e altre organizzazioni umanitarie, cercano di aiutare questa gran massa di persone. Non sempre è facile occuparsi dell’assistenza alimentare e sanitaria, dato che i bisogni sono superiori alle possibilità.
La presenza di Abidjan si trova in un popoloso quartiere della capitale, Koumassi Remblais. Lì si trova un centro giovanile, due centri di accoglienza per bambini in difficoltà e una parrocchia. Sono cinque i salesiani che gestiscono quest’opera e al momento sono tutti lì presenti. Le attività proseguono il loro corso normale.
Le due case per bambini in difficoltà sono al massimo delle loro possibilità di accoglienza. Non ci sono rifugiati nella presenza di Abidjan. Dice don Peña García: “Soffriamo insieme alla gente le conseguenze della crisi, soprattutto una grande incertezza”. Ultimamente, a causa della situazione, cominciano a scarseggiare i prodotti alimentari di prima necessità.
Pubblicato il 07/04/2011