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26/11/2010 - RMG - Ispettori d’Europa: la vita salesiana tra crisi, sfide e strategie
Foto dell'articolo -RMG – ISPETTORI D’EUROPA: LA VITA SALESIANA TRA CRISI, SFIDE E STRATEGIE
(ANS – Roma) – Fare il punto sul cammino del “Progetto Europa”, è l’obiettivo che sta vedendo riuniti gli Ispettori salesiani dell’Europa. La Vita Consacrata e Salesiana tra crisi e sfide.

Introdotto dalla preghiera dei vespri, il III incontro degli Ispettori Salesiani d’Europa ha avuto inizio con la presentazione di alcuni ospiti invitati e interessati al Progetto Europa: Madre Yvonne Reungouat, Superiora delle FMA, la sua Vicaria, sr. Emilia Musatti, sr Maria del Carmen Canales, Consigliera per la Pastorale giovanile, Padre Marco Tasca, Ministro generale dell’Ordine dei Frati minori conventuali, padre Angelo Arrighini, dehoiano, capo redattore della rivista “Testimoni”.

Reduce dall’assemblea dell’Unione dei Superiori Generali (USG), il Rettor Maggiore Don Pascual Chávez ha tenuto il primo intervento dal tema “Vita salesiana nell’Europa d’oggi” illustrando come la crisi culturale e morale che si sta vivendo in Europa incidono sulla Vita Consacrata (VC), le sfide che questa situazione presenta alla VC e gli spazi che si aprono ad essa.

“La crisi è un momento di purificazione, di chiamata alla conversione personale e istituzionale: ci sta aiutando a riflettere e ad andare all’essenziale delle nostre vite; guardata così, è un tempo gravido di speranza”, ha detto il Rettor Maggiore.

La mancanza di fede, l’infiltrazione dell’”ateismo pratico” anche tra i salesiani, la mancanza di certezze nella società, la frammentazione della vita, la paura del “nuovo e sconosciuto” che si osserva nella società europea sono alcuni aspetti che caratterizzano la crisi culturale e morale in Europa. Di fronte a tale situazione la VC è chiamata a vivere la sua identità “profetica” anche in una situazione di minorità: “Importa essere fino in fondo ciò che siamo chiamati ad essere nella chiesa e nel mondo, importa come ci vede Dio e non come ci riceve il mondo: una provocazione evangelica, una fratellanza possibile dei diversi, una testimonianza credibile, una speranza per i più poveri”. Consapevole che non è questione di fascino bensì di fedeltà, la “VC dovrà assumere una vera attitudine di dialogo con la cultura e una reale sintonia con la vita della gente”.

La più grande delle sfide che tale situazione pone alla VC è quella che riguarda se stessa, “ricominciando ad avere piena fiducia che il Signore, come al Mar Rosso, apre sicuramente una strada per superare le difficoltà”. La VC è chiamata a farsi comprendere dalla gente individuando modalità nuove per far percepire quello che è; a riaffermare valori che la contraddistinguono come la definitività di una scelta di consacrazione; a testimoniare la comunione; a “declericarizzarsi”, a vivere in povertà, a utilizzare in modo adeguato le nuove tecnologie facendole diventare un aiuto al servizio e non un ostacolo. A questo si aggiunge la situazione “generazionale” della VC in Europa, tanti anziani e pochi giovani, e una rinnovata attenzione alla situazione dei giovani: “Bisogna imparare a dialogare con loro, usando i loro linguaggi ed educare noi stessi a sintonizzarci con le loro aspirazioni e le loro preoccupazioni”.

Don Chávez ha indicato percorsi e impegni concreti. Tra i primi ci sono i giovani che manifestano il desiderio di ricerca del senso della vita, la vita comunitaria, la presenza accanto a chi viene messo da parte, la secolarizzazione, l’ecumenismo e il dialogo interreligioso. Gli impegni che il Rettor Maggiore ha indicato agli Ispettori d’Europa sono: la costruzione di comunità dove si vive con gioia il dono della fraternità; l’offerta di itinerari seri di cammino spirituale; il recupero della centralità della missione; la valorizzazione dell’esperienza della condivisione dei laici; il sostegno delle nuove presenze apostoliche e la profondità l’esperienza dell’interculturalità.

“Resta nostra responsabilità davanti a Dio e ai giovani fare tutto il possibile per assicurare il futuro alla VC e alla vita salesiana in Europa”, con questa consapevolezza il IX successore di Don Bosco ha indicato le strategie di governo da attuare nella quotidianità. Esse prevedono la conversione del cuore di ogni salesiano, “il Progetto Europa è, innanzitutto, endogeno!”; l’ascolto delle necessità dei giovani e l’azione della comunità dei consacrati.

Don Adriano Bregolin, Vicario Generale, ha presentato i risultati del Consiglio generale sulle tre Regioni dell’Europa e del cammino fatto negli ultimi anni.

Pubblicato il 26/11/2010

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