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3/6/2010 - Svizzera - L’Osservatore Permanente della Santa Sede interviene al Consiglio dei Diritti Umani dell’ONU
Foto dell'articolo -SVIZZERA – L’OSSERVATORE PERMANENTE DELLA SANTA SEDE INTERVIENE AL CONSIGLIO DEI DIRITTI UMANI DELL’ONU
(ANS – Ginevra) – Mons. Silvano Tomasi, Osservatore Permanente della Santa Sede presso l’Ufficio delle Nazioni Unite è intervenuto alla 14ª Sessione del Consiglio dei Diritti Umani dell’ONU. La tutela dei diritti è stata la prospettiva dalla quel il presule si è pronunciato sulla recente operazione militare della marina israeliana e sulle politiche per ridurre il debito estero dei paesi in via di sviluppo.

Nel corso della 14ª Sessione ordinaria del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite, in corso di svolgimento dal 31 maggio al prossimo 18 giugno presso il “Palais des Nations” di Ginevra, si è avuta martedì 1° giugno, una assemblea urgente in merito all’operazione militare compiuta dalla marina israeliana nei confronti di un convoglio turco diretto verso la Striscia di Gaza

Mons. Silvano Tomasi, arcivescovo di Acelum e Osservatore Permanente della Santa Sede presso l’Ufficio delle Nazioni Unite e le Istituzioni Specializzate di Ginevra, ha espresso le condoglianze e la solidarietà della Santa Sede ai famigliari delle vittime, osservando che “la violenza non porta ad una pace duratura; il dialogo, il rispetto dei diritti e la mutua accettazione vi riescono”.

Il delegato della Santa Sede ha poi proseguito ricordando che, ricostruiti i fatti e le responsabilità dell’azione militare, resta ancora da risolvere la situazione delle popolazioni che abitano la Striscia di Gaza, perché i loro bisogni “non sono soddisfatti e tutte le parti coinvolte e la comunità internazionale hanno la responsabilità di cooperare in modo che vengano rispettati i diritti umani fondamentali”. Concludendo mons. Tomasi, a nome della Santa Sede, ha rinnovato l’appello affinché in Terra Santa si giunga ad avere due stati indipendenti.

La tutela dei diritti dei popoli è stata al centro di un secondo intervento che mons. Tomasi ha fatto nella stessa giornata su debito estero ed educazione. Il dibattito si è soffermato su come impedire il proliferare dei cosiddetti “fondi avvoltoi”, ossia quelle pratiche speculative che, approfittando delle condizioni economiche agevolate per i paesi in via di sviluppo, agiscono in senso contrario incrementando l’entità del debito.

“Pur riaffermando il principio che i debiti devono essere saldati, è necessario trovare strade che non compromettano ‘il fondamentale diritto dei popoli alla sussistenza ed al progresso’” ha affermato mons. Tomasi, citando l’enciclica “Centesimus Annus” di Papa Giovanni Paolo II. Il debito dei paesi in via di sviluppo deve essere affrontato alla luce di un più ampio sistema economico, politico e di tutela dei diritti, nel quale considerare l’interdipendenza delle relazioni e la co-responsabilità delle cause del debito.

Per finire il delegato della Santa Sede ha invitato gli Esperti internazionali a presentare proposte normative per il controllo preventivo del mercato finanziario, così da impedire manovre speculative a danno dei paesi maggiormente indebitati.

Pubblicato il 03/06/2010

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