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13/2/2010 - Haiti - Dare speranza e futuro
Foto dell'articolo -HAITI – DARE SPERANZA E FUTURO
(ANS – Port-au-Prince) – Gioia e dolore, sgomento e speranza hanno caratterizzato la prima giornata della visita di Don Pascual Chávez ad Haiti. Parlando ai ragazzi e ai salesiani ha detto: “Il nostro scopo è primariamente dare speranza ad Haiti”.

Il Rettor Maggiore è giunto la sera dell’11 febbraio all’aeroporto di Santo Domingo. Ad accoglierlo il superiore dell’Ispettoria della Repubblica Dominicana, don Vichtor Pichardo che, ieri mattino, 12 febbraio, ha accompagnato il Rettor Maggiore nella capitale haitiana grazie ad un volo in elicottero. Giunto a Port-au-Prince, a 30 giorni dal terremoto che ha devastato il cuore della capitale, il IX successore di Don Bosco ha osservato dall’alto le vaste aree di devastazione.

L’elicottero è atterrato nell’ambasciata della Repubblica Dominicana, anch’essa resa inagibile dal terremoto. Insieme al nuovo Visitatore, don Sylvain Ducange, e al suo predecessore, don Charles Jacques, anche l’Ispettrice di Haiti, sr. Marie Claire Jean, e lo stesso Ambasciatore della Repubblica Dominicana ad Haiti che si è presentato come exallievo salesiano.

La prima tappa è stata Pétion Ville. Qui i ragazzi e i giovani hanno accolto Don Chávez con canti di gioia e una danza tradizionale. “Come figli di Don Bosco, l’allegria ci caratterizza, l’ottimismo ci muove e crediamo nella rinascita del popolo haitiano e nella rifondazione del carisma salesiano nel nostro paese”, ha detto don Ducange nel suo discorso di accoglienza. Ad esso, il Rettor Maggiore non ha fatto mancare una replica, nella quale ha rinnovato la vicinanza sua personale e dell’intera Congregazione, carica di speranza: “Prima di pensare a ricostruire le mura, occorre dare speranza alla gente e ai giovani”.

Ha fatto seguito la visita all’opera salesiana più colpita dal sisma, sia nelle strutture e sia nella perdita di vite: la “Ecole Nationale des Arts et Métiers” (ENAM). Ad accompagnare il gruppo don Mark Hyde, della Procura di New Rochelle, già da diversi giorni in Haiti per coordinare i soccorsi. Il Rettor Maggiore, visitando i vari padiglioni dell’Istituto e verificando i danni e le lesioni, si è soffermato per alcuni minuti si silenziosa preghiera sul luogo in cui sono stati sepolti 12 allievi salesiani.

Molto più profonda e intensa è stata la commozione di fronte al cumulo di macerie che ancora trattengono i corpi di circa 150 ragazzi. Il silenzio dei cortili, invasi dalle macerie, hanno reso ancora più straziante lo sfogo: “Non è possibile! Ragazzi che si stavano affacciando alla vita!”. Il Rettor Maggiore ha voluto salutare e spiegare agli operatori della protezione civile e ai Vigili del Fuoco italiani, che stanno sgomberando le macerie da Enam, il valore di quel luogo e la “sacralità” che tragicamente ora racchiude.

In ENAM, però, la vita non si è fermata. I ragazzi e gli operatori delle “Lakai” hanno accolto Don Chávez con un breve e gioioso saluto caratterizzato da canti e slogan. “Ora noi dobbiamo guardare al futuro, spetta a voi dare ad Haiti una speranza”, ha detto il Rettor Maggiore ai ragazzi. Al termine i ragazzi delle “Lakai” hanno offerto in dono a Don Chávez un quadro ad olio.

Qui il Rettor Maggiore ha incontrato un comitato italiano guidato dal Capitano di Vascello Gianluigi Reversi, Comandante della portaerei “Cavour” del contingente italiano ad Haiti. “Abbiamo voluto collaborare con i Salesiani perché abbiamo costatato anche qui il loro impegno a favore dei ragazzi e di chi è più povero”, ha detto il portavoce dell’ufficio stampa del contingente.

La parrocchia salesiana di Cité Soleil, resa inagibile dal terremoto, i campi di accoglienza in allestimento a Drouillard, la sede della Visitatoria, sono state le successive tappe. Nonostante la sofferenza di vedere quanto profonda sia stata la ferita inferta alle opere salesiane, Don Chávez non ha mai mancato di infondere speranza e ottimismo.

“Siamo lieti della visita del Rettor Maggiore e avvertiamo la vicinanza di tutta la Congregazione. Questo ci incoraggia ad andare avanti e a superare tutte le difficoltà!”, ha più volte ribadito don Ducange, che lo scorso 30 gennaio è stato insediato come nuovo superiore della Visitatoria di Haiti.

Nel primo pomeriggio Don Chávez ha percorso le strade e visto i luoghi più colpiti della città. guardando le rovine della cattedrale, ha commentato con ci lo accompagnava: “Dio sta passando per queste strade, ci sta dicendo che sta dalla parte di chi sta soffrendo, di chi è rimasto sotto le macerie, di chi ha visto andare in polvere quel poco che aveva realizzato in tutta la sua vita.

Ultima tappa del primo giorno è stata Fleuriot, la casa del postnoviziato e di formazione per vari ordini religiosi presenti ad Haiti, completamente inagibile. “Occorre ricostruire per la formazione dei nostri salesiani e continuare ad offrire il servizio della formazione alla chiesa locale”, è stato l’incoraggiamento e l’indicazione del Rettor Maggiore.

A concludere l’intensa un incontro con il Consiglio della Visitatoria che ha già iniziato a guardare al futuro.

Pubblicato il 13/02/2010

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