La Famiglia Salesiana di Cuba ha celebrato contemporaneamente, oltre ai 100 anni della nascita di don Vandor, anche i 150 anni della Congregazione Salesiana e i 30 anni della scomparsa del Servo di Dio.
Don José Vandor, era nato a Dorog, Ungheria il 29 ottobre 1909. In seguito, confidò al suo parroco, padre Arturo Pehatsek, il desiderio di diventare sacerdote e missionario. Questi, allora, lo presentò all’Istituto Salesiano di Peliföldszentkereszt, dove, don Vandor iniziò il percorso di formazione salesiana e compì il noviziato, fino all’emissione dei primi voti nel 1928.
Otto anni più tardi, il 5 luglio 1936, fu ordinato sacerdote a Torino e tornò in Ungheria per festeggiare con i suoi cari la consacrazione sacerdotale. Nello stesso anno fu inviato come missionario a Cuba, e realizzò, così, un sogno che coltivava nel segreto del suo cuore sin da quando era bambino.
Fare il bene e occuparsi della salvezza delle anime sarà la sua unica preoccupazione nei 40 anni di lavoro in terra cubana. La sua personalità, la sua spiritualità e la sua creatività pastorale hanno lasciato segni profondi nella diocesi di Santa Clara, dove don Vandor giunse nel 9 dicembre 1954, con lo scopo di farsi carico della costruzione dell’Istituto delle Arti e Mestieri “Rosa Pérez Velasco”, e curando pastoralmente la chiesa di Nostra Signora del Carmine.
Sabato 30 ottobre, in onore del Servo di Dio, la comunità salesiana del Carmine ha dato vita ad un galà artistico di grande ricchezza culturale. Fra i numerosi presenti alla festa c’erano anche: Hános Jorvát, Ambasciatore Ungherese a Cuba; Odalis Contreras, incaricata dell’Ufficio per gli Affari Religiosi del Partito Comunista Cubano; e don Víctor Pichardo, Ispettore delle Antille, cui Cuba appartiene in qualità di Delegazione Ispettoriale. La serata è stata conclusa dalla presentazione del documentario “Don Vandor chiamato Cuore di Pace”, realizzato dal Centro di Comunicazione Creativa della parrocchia.
Pubblicato il 4/11/2009