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8/3/2016 - India - Rispetto per le donne. No ai matrimoni forzati
Foto dell'articolo -INDIA – RISPETTO PER LE DONNE. NO AI MATRIMONI FORZATI

(ANS – Hyderabad) – I matrimoni forzati sono uno degli ostacoli che impediscono a tante donne di ogni parte del mondo di esercitare concretamente i propri diritti. La Famiglia Salesiana lavora per eliminare anche queste ingiustizie. Di seguito riportiamo parte della testimonianza di una giovane indiana salvata dagli interventi salesiani.

Sono una ragazza di 22 anni, di un villaggio dell’Andhra Pradesh, India. Non vi dico il mio nome perché la mia famiglia mi odia. Sono la più giovane di otto figli. Mio padre ci ha lasciato quando ero molto piccola. Mia madre ha dovuto lottare per mantenerci, lavorando nei campi.

Un giorno, le Figlie di Maria Ausiliatrice hanno visitato il mio villaggio. Sono state fonte di misericordia per me. Mi hanno portato con loro e ho studiato fino al 10° anno di scuola. Quando poi tornai a casa, la mia famiglia mi chiese di smettere e di sposarmi subito. Temevano che, se avessi studiato ancora, avrei voluto un marito migliore, il che avrebbe richiesto una dote più alta che non potevano permettersi.

Mi rifiutai di sposarmi così giovane, volevo continuare gli studi. Ho supplicato mia madre e ha cambiato idea. Ma i miei fratelli hanno minacciato di smettere di sostenere me e mia madre. E mi hanno picchiata.

Sono scappata a Vijayawada, presso la “Navajeevan Bala Bhavan”, l’opera salesiana per i minori in difficoltà. Il Direttore, don Thomas Koshy, è stata la seconda sorgente di misericordia per me. Mi ha portato al Comitato Distrettuale per il Benessere dei Bambini, dove hanno chiamato tutta la mia famiglia e gli hanno fatto promettere che avrei potuto continuare i miei studi. Ma, tornata a casa, sono ripresi i maltrattamenti, anche da parte delle mie sorelle, che si sono sposate tutte molto giovani. Dicevano che era una vergogna per la famiglia che fossi nubile alla mia età. Hanno anche pensato di uccidermi. Mia madre era impotente come me, perché era solo una donna, abbandonata dal proprio marito.

Quando ripresero a presentarmi dei ragazzi da sposare, sono scappata di nuovo da don Koshy. Mi ha fatto inserire in corso d’Informatica e Ingegneria. Ho studiato con profitto e sono diventata la migliore della classe. Mentre studiavo lì nessuno della mia famiglia è venuto a trovarmi. Mi ritenevano morta. A dispetto di tutto quello che ho subito, li ho perdonati.

(...) Ho avuto diversi motivi per rifiutare di sposarmi. In primo luogo, voglio studiare. Poi ero troppo giovane per essere una moglie e madre. Ma soprattutto, ero costretta a sposarmi, non consigliata o invitata. Ciò significa non essere rispettata.

Pubblicato il 08/03/2016

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