(ANS – Ashaiman)– Qual è la realtà più dolorosa nell’Africa Occidentale a cui poter far fronte? È la domanda che si sono fatti i Salesiani dell’Ispettoria “Beato Artemide Zatti” con sede ad Ashaiman, Ghana, nel 2013, dopo l’appello del Papa per una Chiesa in uscita verso la periferie.La risposta è stata: la tratta dei minori. Per questo dall’anno scorso i Figli di Don Bosco hanno dato vita ad una nuova iniziativa: il progetto Don Bosco Child Protection Center.
di Gian Francesco Romano
Sin dall’inizio i Salesiani hanno iniziato a collaborare con la Polizia e il Ministero per il Benessere Sociale. “Noi ci occupiamo della riabilitazione, per un periodo da 6 a 9 mesi. Alle volte i minori arrivano senza niente, con solo i vestiti addosso. Gli offriamo un luogo dignitoso dove dormire, uno zaino con dei cambi, i pasti… e già dal primo giorno gli viene fatto un check-up generale, per valutare eventuali malattie o traumi che possono aver subito” racconta don Jorge Crisafulli, Ispettore dei Salesiani in Africa Occidentale Anglofona (AFW).
I bambini vittima di tratta sono tra gli ultimi e i più dimenticati della società: sono minori abbandonati, o tolti con l’inganno ai familiari, dietro la promessa che andranno a studiare in città; in altri casi sono addirittura le stesse famiglie che “li danno in affitto” per qualche anno, e dietro un compenso mensile permettono che i piccoli, anziché studiare e giocare, lavorino a tempo pieno come pastori o nelle piantagioni, o che rischino la vita quotidianamente nelle miniere illegali, compiendo pericolose immersioni nel Lago Volta… senza contare quelli che subiscono le esperienze degli abusi sessuali e della prostituzione.
Il programma salesiano non vuole offrire una tregua alle sofferenze di questi ragazzi, né essere un rifugio a tempo indeterminato dai mali del mondo. Il suo senso è costituire un momento di svolta nella loro vita per restituire a questi giovani la possibilità di sognare. “Arrivano da noi con gli occhi spenti, il volto lungo e triste… ma poi già dopo 2-3 settimane il cambiamento gli è visibile in faccia! (…) Ci sono bambini che sono giunti qui senza la minima autostima, senza neanche la forza di camminare, e poi a fine percorso avevano di nuovo stimoli, obiettivi, speranze… una ragazza che vuole essere avvocato, un ragazzo che vuole diventare Presidente della Repubblica…” spiega l’Ispettore.
Questo perché nel DBCPC inizia per loro una nuova vita: “al mattino hanno le lezioni; poi fanno anche teatro, corsi di musica, danza, sport, gioco…”.
Sono questi ragazzi la più grande soddisfazione del servizio missionario di don Crisafulli: “la gioia più profonda per me è vederli tornare a sorridere. Vedere che arrivano qui senza speranza e che dopo l’incontro con Don Bosco ti dicano: ‘qui mi sento amato’”.
Pubblicato il 14/10/2015