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9/10/2015 - RMG - Una vita in missione: don Chalissery
Foto dell'articolo -RMG – UNA VITA IN MISSIONE: DON CHALISSERY

(ANS – Roma) – “La vita missionaria è molto bella. C’è la sfida di vivere la vocazione come Don Bosco voleva, mostrando una santità gioiosa. Come missionario sono cresciuto molto nella mia vocazione; la farei per sempre”. A parlare è don George Chalissery, da 25 anni in Africa, attualmente Superiore della Visitatoria di Zambia, Malawi, Zimbabwe e Namibia (ZMB).

di Gian Francesco Romano

Don Chalissery non è un semplice missionario. Originario dell’Ispettoria di Bangalore, in India, agli inizi degli anni ’90 ha raggiunto l’Africa Est (AFE) operando in Kenya e in Tanzania, divenendo anche Ispettore AFE, prima di assumere la guida della Visitatoria ZMB.

Tra i segni più significativi del suo governo in Kenya c’è stato l’avvio della presenza missionaria salesiana nello sterminato campo profughi di Kakuma. Ricorda: “il Capitolo Ispettoriale del 1998 decise di iniziare il lavoro con i rifugiati che scappavano dal Sudan meridionale per sfuggire alla guerra e all’arruolamento forzato. Così nel 1999 aprimmo la nostra presenza all’interno del campo… È stata sin da subito un’opera speciale, perché avevamo tre scuole tecniche e la parrocchia dentro al campo, mentre le altre agenzie normalmente uscivano la sera”.

Analogamente, fu lui a far rinascere la presenza salesiana nel Sudan meridionale, che era già stata attiva dal 1982 al 1986, ma che venne poi bloccata col rapimento di don James Pulickal da parte dell’SPLA (Sudan People's Liberation Army). “Pensavano di ottenere un riscatto e lo tennero con loro per 18 mesi. Lo portarono fino al confine con l’Etiopia, per quasi 1500 km. Non sapevamo nemmeno se era vivo. Alla fine venne rilasciato grazie all’intervento del Nunzio Apostolico in Etiopia e dell’India e del Sudan. Curiosamente è stato proprio lui a riaprire le opere salesiane nel Sudan meridionale, a circa 10 anni da quei fatti”.

Oggi nella Visitatoria ZMB don Chalissery si sta occupando di accompagnare il fiorire del carisma salesiano. “I Salesiani sono molto richiesti nelle diocesi, perché ci sono molti giovani in questi paesi; purtroppo non possiamo accogliere tutte le richieste” riporta. La spiritualità di Don Bosco si diffonde soprattutto attraverso le numerose parrocchie e i centri giovanili, anche se si contano pure due scuole tecniche e 3 scuole secondarie. Così fioriscono numerose vocazioni, consacrate e non: quasi 60 i Salesiani attualmente in formazione; mentre “per il Bicentenario hanno emesso la loro promessa ben 93 Salesiani Cooperatori, che nel giro di pochi anni sono passati da 4 ad 8 centri locali”.

Tuttavia non mancano le sfide: “i maggiori problemi sono la disoccupazione dei giovani, gli stili di vita superficiali, la scarsa autostima di tanti ragazzi e a volte la loro fuga nel virtuale… e anche a livello familiare ci sono molte necessità, con tante famiglie destrutturate”.

Ai suoi Salesiani perciò don Chalissery chiede di essere autorevoli testimoni di fronte ai giovani, e richiama alcuni punti sottolineati del Capitolo Generale 27: “rafforzare la vita comunitaria, curare la trasparenza economica ed essere pieni di zelo per Dio e i giovani”.

Pubblicato il 9/10/2015

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