(ANS – Roma) – Hanno realizzato 60 scuole elementari sparse in tutte le diocesi del Sud Sudan per dare la possibilità a circa 13.500 bambini di accedere all’educazione. Adesso stanno lanciando un nuovo progetto agrario, per insegnare alle persone a coltivare la loro terra fertile e generosa. Questa è l’opera di due missionari salesiani in Sud Sudan, don Vincenzo Donati e il salesiano coadiutore Giacomo Comino, che ANS ha intervistato.

di Alessandro Parrozzani

Sig. Comino, ci parli di come è nato il progetto delle scuole

È un progetto che ha avuto molte difficoltà all’inizio. Molti erano scettici, ma l’allora Rettor Maggiore, Don Pascual Chávez, ci diede il benestare per iniziarlo nel 2013. Quest’estate, all’incontro dei giovani a Colle Don Bosco, abbiamo avuto il piacere di comunicargli personalmente che 60 scuole sono state completate.

Abbiamo pensato di realizzare le scuole nel Sud Sudan perché quando è diventato indipendente nel 2011 è stato ridotto ad un cumulo di macerie. Tutte le infrastrutture, ospedali, chiese, scuole e opere sociali sono state distrutte quasi totalmente. Vista l’impossibilità del governo di risolvere il problema abbiamo pensato che la maniera migliore di aiutare questa nazione nascente fosse l’educazione, che è alla base di tutto. Al momento dell’indipendenza il 70% dei bambini non andava scuola.

È stato pensato un modello unico per tutte le scuole: 4 aule e un ufficio per i maestri, e le comunità locali pensano all’arredo scolastico. Un grande aiuto l’abbiamo ricevuto dalla Corea del Sud, dove io sono stato missionario per 30 anni. La Procura Missionaria ha preso a cuore il nostro progetto ed ha lanciato una campagna per aiutarci. Il programma è andato avanti fino ad oggi, con la realizzazione di 60 scuole, che non sono proprietà della Congregazione Salesiana ma vengono gestite direttamente dalle diocesi.

Come si svolge il progetto scuole?

Noi effettuiamo dei sopralluoghi e con l’aiuto di due esperti valutiamo i posti in cui è necessario costruire una nuova scuola. Per realizzarla ci vogliono circa 4 mesi, i materiali, ferro, legno, cemento, arrivano dall’Uganda. Attualmente 13.500 bambini frequentano le nostre scuole e diffondiamo tra loro lo spirito di Don Bosco.  

Avete nuovi progetti per il futuro?

Uno dei grossi problemi che ha il Sud Sudan è l’agricoltura, perché l’80% dei prodotti verdura, frutta e cereali è importato dall’Uganda che ha lo stesso tipo di terra che abbiamo al Sud. Quindi abbiamo pensato che se i giovani imparano a lavorare la propria terra quando saranno grandi sapranno farla fruttare. Il progetto che parte quest’anno è quello di realizzare una Scuola Agraria. Sono venuto qui in Italia per cercare di reperire i mezzi agricoli, le risorse, anche uno o due agronomi che possano venire in Sud Sudan a fare le analisi del terreno...

Il governo del Sud Sudan ci ha donato un’area di 2500 ettari e lì vogliamo realizzare la scuola agraria, che potrebbe diventare un modello per far vedere alla gente che la loro terra è ricca e può fornirgli molto cibo. Un appello delle Nazioni Unite di qualche mese fa ha lanciato l’allarme che in Sud Sudan circa 4 milioni di persone sono a rischio fame.

Si tratta di creare una mentalità per invogliare la gente a coltivare la terra e potrebbe essere anche una grande risposta agli emigranti per fame, per renderli indipendenti e consapevoli che possono coltivare le loro terre e procurarsi il loro fabbisogno senza cercarlo altrove. Il cibo ce l’hanno sotto i loro piedi.  

Pubblicato il 7/10/2015