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2/10/2015 - Portogallo - L’Ispettore del Medio Oriente agli allievi salesiani di Lisbona: “Siate forti nella fede”
Foto dell'articolo -PORTOGALLO – L’ISPETTORE DEL MEDIO ORIENTE AGLI ALLIEVI SALESIANI DI LISBONA: “SIATE FORTI NELLA FEDE”

(ANS – Lisbona) – Approfittando della presenza congiunta a Lisbona degli Ispettori della regione salesiana “Mediterranea”, i Salesiani del Portogallo hanno invitato don Munir El Rai, Ispettore del Medio Oriente, a parlare con gli studenti degli ultimi anni delle scuole superiori.

In apertura dell’incontro, avvenuto ieri, 1° ottobre, presso la chiesa di Maria Ausiliatrice di Lisbona, don Munir ha invitato i ragazzi a recitare un’Ave Maria e ha poi presentato la storia dell’area mediorientale e in particolare della Siria, suo paese natale, in cui i Salesiani animano tre opere: Aleppo (dal 1948), Damasco e Kaffroun (dal 1992).

“Vi dico a cuore aperto che questa guerra è solo un gioco, un gioco mondiale, che tutti cercano di giocare. Un gioco molto sporco. Abbiamo sentito che è necessaria per liberare il popolo, per democratizzare, ma sono tutte parole vuote” ha lamentato. “Mai il popolo siriano avrebbe lasciato il suo paese, il popolo siriano ama il suo paese”.

Interrogato da alcuni studenti, don Munir, che nella scorsa estate è tornato in visita alle 3 opere salesiane della Siria, ha ricordato gli incontri avuti con i giovani siriani. “Purtroppo all’orizzonte non si vedono segni di speranza. I nostri giovani ci dicono che la Chiesa che rimane, che i Salesiani, sono segni di speranza, perché restano”.

Dopo oltre 4 anni di guerra, molti giovani che hanno frequentato i Salesiani sono dovuti fuggire, o sono morti o dispersi. “È molto difficile per me, come Salesiano, Ispettore di quest’area e originario di questo paese” ha confidato don Munir.

“Cerchiamo di dire ai giovani di non scappare troppo lontano, in modo che quando ci siano le condizioni possano facilmente tornare”. A tal fine, i Salesiani della zona hanno moltiplicate le forme di assistenza nei paesi vicini, come il Libano o la Turchia, e anche nelle aree meno turbolente del paese, come a Kafroun, nella zona montuosa nel nord-ovest, dove l’opera salesiana ospita molte famiglie sfollate da Homs, Damasco e Aleppo.

Alla domanda di uno studente su come il mondo e l’Europa possano aiutare, ha ricordato: “Mi hanno chiesto: i cristiani d’Europa sentono il nostro dolore? Così il primo modo per aiutare è la compassione. Il secondo è proprio quello che stiamo facendo oggi: informare. Il terzo è pregare per la Siria e pregare per la pace. E, infine, anche l’aiuto materiale.” E ha sottolineato che questo è anche una guerra mediatica e che i giovani devono cercare informazioni.

Alla fine, l’Ispettore ha ringraziato l’accoglienza dei giovani e li ha invitati ad essere operatori di pace. “L'unico modo di seguire Dio. Non solo in Siria, ma qui, nella vostra vita quotidiana, nella vostra scuola” e ha chiesto: “Siate forti nella fede”.

Pubblicato il 30/09/2015

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