(ANS – Madrid) – L’ONG salesiana “Jóvenes y Desarrollo”ha lanciato la campagna “SOS SIRIA - Solidarietà con i Siriani intrappolati nella guerra”, al fine di raccogliere fondi per l’acquisto e la consegna di aiuti umanitari alle persone colpite dalla guerra e dalla persecuzione religiosa in Siria e specificamente per le famiglie cristiane e musulmane che si rifugiano nelle case salesiane di Aleppo, Damasco e Kafroun e che hanno bisogno di medicine, acqua potabile, elettricità, cibo, combustibili per cucinare e materiale scolastico.

L’avanzata dei fondamentalisti nell’Est del paese sta causando la distruzione di chiese e la persecuzione della popolazione cristiana nella zona. Nei passati mesi estivi don Munir El Rai, Ispettore dei Salesiani del Medio Oriente, nonostante il grave pericolo, ha visitato il paese, per vedere di persona la situazione delle tre opere salesiane e ha condiviso la terribile situazione esistente, in particolare ad Aleppo, città “che contava un’ampia presenza cristiana di vari riti e chiese e ha visto una continua diminuzione di tale presenza, ridottasi ad oggi di circa due terzi”.

La violenza fondamentalista ha avuto conseguenze tragiche per i cristiani nel paese, come ha ben spiegato don Munir: “L’emorragia di cristiani è conseguenza sia del prolungamento del conflitto, della condizione socio economica e dell’alto costo della vita, sia della scarsità di possibilità di lavoro e di generi di prima necessità, e sia anche, in terzo luogo, della distruzione di quartieri cristiani”. Molte chiese, antiche e importanti dal punto di vista artistico e culturale, sono state danneggiate o distrutte; “tutto questo ha fatto crescere in maniera rapida e massiccia l’esodo dei cristiani dalla città” lamenta l’Ispettore.

La situazione di guerra civile che dura da più di quattro anni in Siria, lungi dal cessare, continua a rendere la situazione insostenibile per milioni di persone. Dei 23 milioni di abitanti del paese, 13 milioni sono direttamente interessati: oltre 300.000 morti, mezzo milione di prigionieri e dispersi, mezzo milione di mutilati, 4 milioni di esiliati e 8 milioni di sfollati interni. Pertanto, Manuel de Castro, presidente dell’ONG ha fatto un appello a “non dimenticare i Siriani che ancora rimangono in Siria e chi non può o non vuole lasciare il proprio paese, e che vive in una situazione di persecuzione e di estrema necessità”.

Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito di Jóvenes y Desarrollo di Madrid.

Pubblicato il 18/09/2015