(ANS – Asunción) – “Fin da bambino conoscevo molti missionari europei sacerdoti di altre congregazioni che lavoravano nella nostra parrocchia. Ma la mia vocazione missionaria si è rafforzata quando entrai nella Congregazione Salesiana. Le loro testimonianze di fede e le loro preoccupazioni per la gioventù povera e semplice, mi hanno fatto sognare che un giorno sarei diventato un prete missionario come loro”. È questa la testimonianza del chierico salesiano Agustinus Jou Poma, Indonesiano, missionario in Paraguay.
Oggi molti dicono che l’Indonesia ha bisogno di missionari, perché molti indonesiani ancora non hanno ricevuto la buona notizia e non conoscono Gesù. Quando ho detto ai miei genitori che volevo essere un missionario, sono rimasti sorpresi, con una certa tristezza. Mia madre disse: “perché vai così lontano, mentre qui abbiamo bisogno di missionari? Se è la volontà di Dio ed è la tu vocazione, vai e non aver paura, ti accompagneremo nella preghiera”.
Sono molto grato ai miei formatori Salesiani che mi hanno accompagnato nella mia vocazione missionaria. Abbiamo ricevuto molto dai missionari, e anche noi diamo frutti anche se forse ancora pochi. “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (Mt 10,18).
Credo che la testimonianza di gioia ai giovani e l’amore di Cristo siano per tutti, senza confini. Dopo il discernimento, ho detto “sì” a tutto di me stesso per la missione ad gentes e ad vitam. Poi l’allora Rettor Maggiore, Don Pascual Chávez, mi ha mandato in Paraguay.
Come missionario ho dovuto imparare lo spagnolo, una lingua che non avevo mai studiato prima, e la lingua Guarani: la maggior parte dei paraguaiani parlava le due lingue. Ho sperimentato la “shock culturale” perché dovevo adattarmi a una nuova cultura e a tradizioni molto diverse e ricche. A volte sento nostalgia per il cibo indonesiano, gli amici e la famiglia. Ma con pazienza, poco a poco ho imparato la storia, ad accettare e amare le persone e le loro culture.
Indubbiamente il contatto con persone di altre culture porta alla luce le proprie convinzioni e pregiudizi e migliora l’auto conoscenza. Questo mi aiuta a crescere nella mia vocazione religiosa e missionaria. Mi sento felice e allegro di vivere una vita missionaria salesiana attraverso la preghiera, il lavoro, il sacrificio e la testimonianza di vita nella comunità, accompagnando i Salesiani e la gioia dei giovani che fanno parte della mia vita.
Quindi sono più motivato a seguire Gesù Cristo per i giovani poveri e bisognosi, sull'esempio di Don Bosco. Per i Salesiani che vogliono essere missionari dico: siamo chiamati a condividere l'amore di Cristo con gli altri, soprattutto i giovani più bisognosi e poveri. Dio ci chiama ad annunciare la buona novella. Non abbiate paura di essere missionari. Sinceramente con il carisma di Don Bosco si dice; “Eccomi, manda me” (Isaia 6,8).
Pubblicato il 10/07/2015