(ANS – Hong Kong) – Le massicce migrazioni sono uno dei segni più impressionanti dei nostri tempi. Anche ad Hong Kong, società prevalentemente cinese, è in crescita la presenza di immigrati o residenti permanenti provenienti da tutto il mondo: la diocesi cattolica di Hong Kong afferma di avere circa 100.000 fedeli non cinesi. E così, come i primi salesiani in Argentina nel 1875, anche oggi i Figli di Don Bosco si sforzano di camminare insieme con i migranti, quando possibile.
di don Dolphie Sequeira, SDB
A Hong Kong la maggior parte degli immigrati provenienti dall’Asia Meridionale appartiene agli strati socioeconomici più bassi. Complessivamente sono circa 42.000 persone, provenienti soprattutto da Nepal, il Bangladesh, Pakistan e l’India; per la maggior parte professano la religione Induista, Islamica o Sikh; e rappresentano l’11% dei gruppi etnici minoritari.
I servizi sociali per queste comunità spesso non sono adeguati e soprattutto i giovani e le donne sono tra i più svantaggiati. Molti di loro sono in cerca di lavoro, ma non hanno le competenze necessarie per rivendicare un impiego.
L’Ispettoria di Hong Kong ha così pensato a cosa poteva fare per loro, con l’aiuto dei Salesiani in India. Grazie alla mediazione dell’allora Consigliere per le Missioni, Don Václav Klement nel 2012 l’Ispettoria di India-Chennai ha risposto in modo molto positivo. E dopo una prima iniziativa ad opera di don Peter Newberry, promossa dall’Ispettoria cinese, all’inizio del 2013 sono giunti ad Hong Kong due Salesiani indiani, don Dolphie Sequiera e don Amala Vinoth, per uno studio di tre mesi della situazione dei giovani immigrati a rischio provenienti dall’Asia Meridionale. Quindi, nel novembre 2013 don Sequeira è divenuto parte della comunità “St. Louis” di Hong Kong, una comunità che ospita 12 Salesiani di 8 diverse nazionalità.
Così oggi sono prestati vari servizi ai migranti dell’Asia Meridionale; i principali sono:
Pubblicato il 03/07/2015