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7/4/2015 - Sierra Leone - Giornata Mondiale della Salute: un’intervista a Lothar Wagner, SDB
Foto dell'articolo -SIERRA LEONE – GIORNATA MONDIALE DELLA SALUTE: UN’INTERVISTA A LOTHAR WAGNER, SDB

(ANS – Freetown) – In occasione della Giornata Mondiale della Salute (oggi, 7 aprile) il sig. Lothar Wagner, SDB, richiama l’attenzione sui giovani della Sierra Leone che hanno subito la morte dei loro genitori, l’infezione dell'Ebola ed anche lo stigma sociale ad essa associato. Oggi molti bambini e adolescenti hanno bisogno di un aiuto integrale. Il sig. Wagner critica la mancanza di adeguati sostegni psico-terapeutici, ricordando che la salute non è solo la mancanza di malattie ed infermità, ma riguarda anche il benessere sociale.

Il benessere sociale, però, è particolarmente carente in Sierra Leone al momento e per questo il salesiano richiede alla comunità internazionale di fornire un più adeguato sostegno di medio e lungo periodo ai bambini e ragazzi bisognosi. “Spero che (…) non si debba assistere ad un imminente fallimento nel campo psico-terapeutico. Questo comporterebbe conseguenze disastrose per la ricostruzione della Sierra Leone” afferma il religioso.

Di seguito ampi estratti della sua intervista.

Avvengono ancora infezioni da Ebola?

Abbiamo 2-4 nuove infezioni al giorno. È chiaramente meno di un paio di mesi fa. C’è la speranza di una rapida fine; noi, i Salesiani di Don Bosco in Sierra Leone, però, vediamo ancora una lunga strada da percorrere prima di raggiungere la fine. Ci aspettiamo battute d’arresto, anche a causa del fatto che più del 20% delle nuove infezioni non sono registrate in nessuna lista, ma appaiono di punto in bianco. Questo è terribile dopo un anno di Ebola.

Qual è la situazione sanitaria nel paese?

L’Organizzazione Mondiale della Sanità afferma che salute non significa solo mancanza di malattie ed infermità, ma sottolinea piuttosto che coinvolge l’intero benessere, anche il benessere sociale. Per questo dobbiamo renderci conto che un sacco di bambini e adolescenti non hanno superato né la morte dei loro genitori, né la loro malattia o la stigmatizzazione subita. E nessuno che ha sperimentato questa grande sofferenza sul posto può esserne sorpreso.

Cosa si dovrebbe fare?

Come medici e infermieri diagnosticano le malattie e la loro gravità nel campo medico, abbiamo bisogno di psicologi, terapisti e operatori sociali nel campo socio-terapeutico, in grado di offrire aiuto integrale ai bambini e gli adolescenti traumatizzati. Sono i giovani che plasmeranno la ricostruzione della Sierra Leone. Sono loro che devono essere rimessi in piedi per primi. E poco si sta facendo su questo punto, a mio parere. Un sacco di giovani sono lasciati a se stessi, con i loro traumi.

Nonostante le numerose organizzazioni umanitarie presenti?

Si. Un adeguato supporto psico-sociale è decisamente carente. A mio avviso, è terribile come molte organizzazioni offrano aiuti materiali a breve termine, invece di fornire servizi psico-terapeutici a medio o lungo termine. Ma questo è di vitale importanza per la piena salute del bambino. (…)

Cosa intendi esattamente?

(…) Non appena un bambino è guarito dall’Ebola è generalmente considerato come sano e in forma. La generalizzazione è comune e non riconosce che molti bambini sono tutto tranne che sani. Essi vengono poi inviati ai loro parenti, che vengono sopraffatti dai problemi del ragazzo. Alcuni bambini finiscono per le strade e sperimentano un nuovo trauma. I Salesiani attualmente ospitano 45 bambini pesantemente traumatizzati nei loro centri di terapia. C’è bisogno di più case simili nel paese. (…)

Pubblicato il 7/04/2015

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